Obiezione di coscienza sui vaccini: le Ausl saranno più morbide con i genitori

Buone notizie per i genitori che fanno obiezione di coscienza in materia di vaccini. Chi rifiuterà di sottoporre i propri bambini a quelli obbligatori (poliomelite, difterite, tetano ed epatite) verrà segnalato dalle Ausl solo in caso ci sia un sospetto di mancata cura del minore, anziché una scelta consapevole. E’ stato il sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia-Romagna Alfredo Bertelli ad annunciarlo rispondendo ad una consigliera di Sel, Gabriella Meo. Saranno le Asl, dunque, ad avere sulle spalle la responsabilità di verificare i motivi dell’obiezione di coscienza di ogni singola famiglia.

Un’inversione di tendenza se si pensa che fino ad oggi la Procura dei minori ha girato al Tribunale una marea di segnalazioni di casi di bimbi non vaccinati, avviando un iter preciso che alcune volte ha visto anche la prescrizione di somministrazione dei vaccini. Cosa che in realtà la Procura continuerà a fare, pur davanti a norme più elastiche da parte della Regione, che ha scelto una via propria. Politica che è possibile a causa o grazie ad una legislazione nazionale fumosa che non prevede sanzioni per chi non vaccina i propri figli, pur definendo alcune vaccinazioni obbligatorie. In Emilia-Romagna, dicono i dati, il numero di bambini non vaccinati sta aumentando: dall’1,9% del 2000 al 3,8 per cento del 2011, con punte del 6,1% per cento a Rimini. Segno che l’obiezione si sta diffondendo sempre di più. La scelta della Regione, in ogni caso, è destinata a far discutere.

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