Mamme in fila per un maglione e un giubbotto: ma gli abiti scarseggiano

Mancano soprattutto vestiti per bambini al Punto d’incontro Ai Cappuccini di Ravenna. Se passate nei paraggi dello sportello di via Felicia Rasponi il martedì pomeriggio, vederete la fila di mamme che con i loro bambini aspettano un maglione, qualche omogeneizzato, un giocattolo. Prodotti che vanno a ruba e che al momento scarseggiano. Già da qualche mese i responsabili hanno diffuso un volantino che evidenzia come ci sia bisogno soprattutto di donazioni di vestiti. Laura Montanari è una delle laiche dello staff che segue le attività dello sportello.
Laura, quante persone ricevete, in genere, il martedì?
“Non meno di venti. Le mamme sono la maggior parte. Il giovedì, invece, prenotano un appuntamento per chiedere le cose di cui hanno bisogno. Spesso hanno tre figli, allora passano prima dalla Caritas, che consegna loro un foglio con il quale arrivano da noi affinché ogni bambino possa ricevere qualcosa”.
In genere come riuscite ad aiutarle?
“A parte le sportine speciali che regaliamo a Pasqua e Natale, in media riusciamo a dare un pacco di pastina, un paio di omogeneizzati, una scatola di biscotti per i primi mesi. A volte anche una bottiglia di detersivo per i panni”.
E i pannolini?
“Anche. Ma siamo costretti a comprarli. Costano molto. Le persone in genere non ce li donano”.
Le mamme arrivano anche con il pancione?
“Capita, sì. Qualcuna è riuscita ad ottenere il corredino per la nascita, altre un passeggino o una carrozzina. Ma sono pezzi che abbiamo di rado”.
Negli ultimi anni le richieste sono aumentate?
“Moltissimo. Noi laici ci siamo dal 2001 e dal 2003 abbiamo una così buona organizzazione. L’affluenza è notevolmente cresciuta. Non solo: prima c’erano solo persone straniere, ora anche italiane”.
Perché il vostro appello è incentrato soprattutto sugli abiti?
“Perché le mamme che bussano da noi hanno in media due o tre figli a testa e ce ne chiedono in continuazione”.

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