Basta latte artificiale e omogeneizzati: le mamme si ribellano alla crisi

C’è crisi, si risparmia su tutto: latte artificiale, omogeneizzati, biscotti, formaggini, biberon, bavaglini. A pensarla così, a quanto pare, è un numero sempre crescente di mamme. Nel 2012, infatti, gli acquisti per i bambini da 0 a 36 mesi si sono ridotti del 4,3% rispetto al 2011, facendo registrare al settore un calo pari a 89,3 milioni di euro.

Lo rivela il Rapporto annuale sui comportamenti d’acquisto nella maternità realizzato da Marketing Management, Istituto di ricerche statistiche e sondaggi di opinione, presentato all’Università Iulm di Milano. Il taglio maggiore – circa il 62% del  totale è registrato sui prodotti alimentari come latte artificiale, omogeneizzati, biscotti, formaggini e yogurt fresco; seguono prodotti per la pulizia del bambino come salviette detergenti, olio, prodotti per il bagnetto, shampoo, latte detergente, e i prodotti per la nutrizione (succhietti, biberon, tettarelle, sterilizzatori, frullatori, bavaglini, etc.) risulta pari al 25% del valore totale.

Uno dei prodotti più sacrificato è, a quanto pare, il latte artificiale, il cui consumo si è ridotto di 23,7 milioni di euro rispetto al 2011, sostituito o con il latte materno o con quello artificiale. Seguono gli omogeneizzati e i biscotti.

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Commenti:

  1. E’ il latte artificiale a sostituire (indegnamente) il latte materno, non viceversa! Questa ignobile campagna vorrebbe far passare il messaggio che gli alimenti industriali per la prima infanzia siano il “meglio”, ma non è affatto così, l’allattamento al seno è il modo NORMALE per nutrire un neonato e il cibo naturale è la migliore soluzione per lo svezzamento ed oltre. Crescere i figli a vasetti e scatolette li prepara ad un futuro di consumatori di junk food. Io spendo molto per il cibo della mia famiglia, bambini compresi, lo scelgo con cura tra gli alimenti naturali e biologici, freschi, e lo cucino in casa. In tempi di maggiore disponibilità economica facevo lo stesso. Ma del resto, è una società di marketing che ha svolto la ricerca, possiamo immaginare chi siano i clienti e gli obiettivi.

  2. Non è la crisi, è che la gente si sta svegliando dal torpore che per decenni ha avvolto l’universo dell’accudimento dei figli demandandolo in gran parte ai prodotti industriali.
    No, non è la crisi, è che stiamo iniziando a pensare e a ragionare.

    Ben detto Marcella.

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