“No shark, no problem”. Una bocca di squalo minaccia una barca tra le onde: è solo un disegno ma la dice lunga sulla passione per il mare dei bambini che frequentano la Scuola di Vela del Circolo Velico Ravennate a Marina di Ravenna. Un mondo a sé, in parte. Che con i classici centri estivi ha poco in comune e molto di diverso. Sono trentadue, al momento, gli iscritti, tutti compresi tra sei e 14 anni. Ci si ritrova alle nove, la mattina, e dopo qualche nozione teorica si esce in mare. Non prima di essersi arrangiati a preparare le barche. Nel magazzino i bambini sono perfettamente a loro agio tra vele, alberi e giubbotti di salvataggio. E il punto forte della scuola, forse, è proprio questo: “Qui si impara ad armare e disarmare la barca ogni volta – spiega la responsabile Daniela Rossi – e si apprende la nomenclatura di base. Tutti i giorni, prima di andare in acqua e subito dopo il ritorno, facciamo la cosiddetta ‘saletta’”.

E alla lavagna c’è anche la giovane Cristina Celli, campionessa europea dei 420, una delle istruttrici della scuola: “La parte giocosa di oggi – spiega rivolgendosi al gruppo che le è stato affidato – consisterà nel toccare con la mano la boa di bolina e con il naso la boa di poppa”. La parte più “agonistica”, invece, sarà la “regatina”: a bordo, ciascuno, di una Optimist (barche progettate apposta per i bambini), i più giovani sfideranno mare, vento e compagni. I più grandi, invece, useranno la Laser, dove si sale in coppia.

“Questo è uno sport che pochi genitori conoscono – continua Daniela Rossi – perché non se ne parla. Non è facile farne recepire i vantaggi e la bellezza: spesso alle mamme e ai papà fa paura pensare ai loro figli in mare. Senza contare che se il bambino vuole continuare anche durante l’inverno, il freddo e il brutto tempo mettono in agitazione i grandi”. Eppure per gli iscritti è abbastanza automatico appassionarsi e decidere di proseguire: “L’anno scorso hanno continuato undici bambini, è un buon numero”.

Chiedetelo alle mamme che hanno alle spalle un’esperienza di qualche anno alla scuola. Come Silvia Buzzi che oggi è venuta a vedere per un’oretta il suo Filippo, otto anni e mezzo: “Mio figlio ha iniziato a sei anni, non appena ha imparato a leggere e a nuotare. Noi viviamo a Faenza ma io sono di Marina di Ravenna, quello della barca è un mio sogno infranto. Filippo è entusiasta, viene molto volentieri: questa scuola gli serve anche ad aprirsi, a socializzare, ad essere autonomo. Mi ha colpito il fatto che i bambini imparino da subito a gestire i materiali, e quindi ad avere senso di responsabilità”.

Anche Susanna Perin, mamma di Andrea di otto anni, la pensa così: “Mio marito è velista e così due anni fa abbiamo proposto a nostro figlio questa scuola. Credo sia un’ottima soluzione per i genitori che lavorano, perché i bambini sono impegnati e allo stesso tempo si divertono. Andrea riprenderà la scuola di vela la prossima settimana”. 

La scuola è infatti organizzata, a seconda dei mesi, in corsi di una o due settimane. A pranzo i bambini mangiano tutti insieme e poi si riposano all’ombra, magari giocando a ping-pong. E poi via, di nuovo in mare. Ci si saluta solo alle 17. Maschi e femmine, piccoli e grandi divisi in base al grado di preparazione, dai principianti in poi: scuola di vela, scuola di vita. E quando si è in mezzo al mare, il porticciolo turistico da una parte e l’orizzonte dall’altra, c’è solo il bello di stare lì, sotto il sole e in mezzo al vento.

Per informazioni segreteria@cvr.ra.it o 0544 53013

Romagna mamma ha seguito per una mattina i bimbi della Scuola di Vela in acqua. Per vedere il VIDEO clicca QUI