A come acquario, B come bambola, C come coperta. A Ravenna potrebbe presto nascere un vero e proprio metodo di lavoro con i bambini in età 3-6 anni. Questa mattina all’Almagià, nel corso del seminario di apertura dell’anno scolastico 2013-14 dal titolo “L’agire educativo: la professionalità docente tra saperi ed esperienze sul campo”, verrà presentata infatti un’esperienza che sta andando avanti dal 2011 nelle materne comunali: “Il Cosario” .
Il progetto è semplice quanto rivoluzionario. Una decina di scuole hanno aderito all’idea del giocattolaio Roberto Papetti di costruire un abbecedeario di oggetti elementari e di uso comune – una scarpa, una sedia, un orologio – che potessero essere trasformati dai bambini secondo la loro fantasia, stimolando nuovi usi e nuove interpretazioni. Una scarpa non è solo una scarpa: se confrontata con altre di numeri diversi, può introdurre ai bambini il concetto di lunghezza. Se riempita di pastina, può raccontare molto sulla capacità di un contenitore.
“Non demonizziamo le tecnologie e i nuovi strumenti che oggi l’infanzia ha a disposizione – spiega la pedagogista del Comune di Ravenna Maria Grazia Bartolini – ma con il Cosario proponiamo un ritorno alla pedagogia dell’essenziale, uno stile attento alla sostenibilità ambientale ma anche alla semplificazione della vita dei bambini rispetto al sovraccarico che vivono”. Un oggetto – o meglio, una cosa – si può infatti riempire di significati molto diversi diventando uno strumento per apprendere e un’occasione per coprire molteplici campi di esperienza”. La scuola materna Mario Pasi, per esempio, ha lavorato sui fili, declinandoli in tutte le loro infinite possibilità.
Nell’anno scolastico in partenza – grazie al lavoro che le scuole si apprestano a riprendere in mano – verrà completato l’abbecedario. Le pedagogiste del Comune costruiranno un manuale che potrebbe fare scuola.
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