Biglie per tutti: grandi e piccini

L’ultimo evento è stato organizzato il 26 ottobre alla biblioteca di Santo Stefano. Ma la Compagnia delle Biglie di Ravenna non va in letargo. Continua a macinare idee, sperando di continuare a far rotolare biglie – di vetro, di legno, di plastica – in nuove feste, nuovi parchi, nuove città. A fondarla, nel 2003, è stato Riccardo Testardi, che nel campo dell’animazione socio-culturale aveva già un’esperienza consolidata. Il famoso Palomar-Ludobus che per molti anni ha portato laboratori e giochi nei lidi è una sua idea.
Riccardo, come nasce l’idea di concentrarsi sulle biglie?
“Faccio parte dell’ultima generazione che ha giocato libera per le strade. Quando ero bambino abitavo in centro, con gli amici acchiappavamo lucertole e poi le portavamo in un negozio di animali in via Guidone. Ci davano 100 lire per ogni lucertola viva: era il prezzo di un cono gelato. Le biglie per noi erano uno dei giochi principali: si potevano sostituire con i tappini, con i noccioli di albicocche. Nel 2002 mi ritrovai con un gruppo di amici a costruire piste sulla sabbia: raccattammo una trentina di persone nel giro di poco. Da lì mi venne l’idea di dedicarmi in maniera più strutturata al gioco delle biglie”.
Dalla sabbia ai parchi e alle piazze, il passo fu breve?
“No, ci interrogammo molto. Alla fine costruimmo tre piccoli bigliodromi in legno, che qualche anno dopo rifacemmo da capo, apportando molte migliorie. Il più grande che realizzammo è 17 metri e mezzo per 17 metri e mezzo. Quando organizzammo il primo Festival delle Biglie, in piazza del Popolo occupava un bello spazio. In pratica c’era posto solo per far passare l’ambulanza. Siamo andati avanti per sei edizioni, spostandoci ai Giardini Pubblici”.
Siete stati anche chiamati fuori Ravenna?
“Eccome. Siamo stati in molte città italiane, e poi all’estero: a Monaco, in Lussemburgo. Di recente siamo stati alla Mezzanotte bianca dei bambini e delle bambine a Pesaro. Quello delle biglie è un gioco universale, transgenerazionale. Piace ai grandi e ai piccoli per la sua semplicità e allo stesso tempo le sfide che apre”.
Esiste una pista ideale?
“La pista ideale è quella che ti consente di premiare l’abilità, non il caso. Per questo le piste che vengono spesso costruite in spiaggia con il metodo ‘chiappa’ e qualche secchiata di sabbia non sempre sono il massimo”.
A Ravenna il giocattolaio Roberto Papetti ha promosso la mostra-giocattolo “L’università delle biglie”. Al Parco Teodorico c’è un circuito per le biglie costruito insieme a voi. C’è terreno fertile per lavorare ancora in questa direzione?  
“I fondi sono meno ma lo speriamo. Il recupero dei giochi della tradizione popolare è il nostro filone. Il circuito del Parco Teodorico è frequentato: i bambini ci vanno con le biglie, con le macchinine, ci corrono sopra. Ora andrebbe ristrutturato. Speriamo ci sia interesse a farlo. Per i bambini tutto ciò che rotola è estremamente affascinante”.