“I ghe dà da magnar la sabbia al posto de la carne”. L’intercettazione telefonica è in dialetto veneto ma si capisce benissimo: ai bambini delle scuole davano da mangiare robaccia. Così a Verona il servizio delle mense scolastiche, gestito dall’azienda Agec, finisce nella bufera: arresti e verifiche su appalti e subappalti.

Gli arrestati sono nove: otto funzionari pubblici e un imprenditore. L’indagine è partita dalla segnalazione dell’ex presidente e fa particolare tristezza che tra le persone finite in manette vi siano quattro donne (saranno mamme anche loro?). Secondo le accuse, supportate appunto da intercettazioni telefoniche, la qualità del cibo era scadente e i soldini risparmiati finivano nelle tasche di qualche furbetto. Come era prevedibile negli istituti – 147 quelli che a Verona usufruiscono del servizio di refezione – è scoppiato il panico.

Adesso non pochi genitori all’ora di pranzo vanno a prelevare i piccoli, li fanno mangiare a casa e poi li riportano a scuola. Infatti negli istituti non si può consumare altro cibo tranne che quello della mensa. Una regola chiara alla quale non si può derogare ma, a quanto pare, in questo caso come in troppi altri ancora l’inflessibilità vale solo per i più deboli.