Tanti battelli, quelli che richiamano la tragedia di tanti morti annegati, e tanti soli, quelli della speranza che illuminano le barche che attraversano il Mediterraneo, fanno da protagonisti nella mostra “Battelli al sole della somiglianza” di Roberto Papetti esposti negli spazi della Manica Lunga della Biblioteca Classense.
Una mostra nella mostra, i giocattoli sono esposti infatti insieme ai Silent book, i “Libri senza parole. Destinazione Lampedusa”. Due esposizioni quindi, una di libri, l’altra di giocattoli che si concentrano intorno alla figura dei bambini. Quelli nostri che sabato 7 dicembre alle 16.30 potranno partecipare a un laboratorio tenuto proprio da Roberto Papetti, mastro giocattolaio, nel quale costruiranno dei giocattoli, barchette e battelli presumibilmente. E quelli di Lampedusa che riceveranno gli oltre 100 Silent book provenienti da tutto il mondo, ideati apposta per loro, per la biblioteca che ancora non hanno, ma che assolutamente devono avere.
Roberto, cosa sono i “Battelli al sole della somiglianza”?
“Sono dei battelli che ricordano la tragedia, illuminati da dei soli totem, che danno l’illusione che ci sia un’altra possibilità. Si tratta di veri e propri giocattoli e non di modellini, perché i modellini li costruiscono gli adulti e poi non ci si può giocare. Questi invece sono costruiti alla maniera dei bambini, che raccolgono di tutto, uniscono pezzi, smembrano oggetti. I bambini costruiscono il mondo per somiglianza, desacralizzandolo, profanandolo, facendone un uso improprio”.
Cosa ha utilizzato per costruirli?
“Materiali di riciclo, quello che trovo sulla riva del mare dopo la tempesta, ma anche contenitori di plastica e di alluminio, che ci metterebbero tantissimo ad essere smaltiti. E poi carta, cartoncini, i soli, ad esempio, che sono posti dal lato opposto della stanza, difronte ai battelli, sono di cartone, sono soli con il sorriso, proprio come quelli dei disegni dei più piccoli”.
Per questa mostra si è purtroppo ispirato alla tragedia di Lampedusa?
“‘I battelli e i soli giocattolo in mostra hanno chiglie invisibili e occhi profondi, che vorrebbero rifarsi ai natanti veri che attraversano i mari dell’avventura al sole della buona sorte, mai della tragedia e dell’ingiustizia….’ Queste le parole della mia presentazione. Sono occhi che hanno visto la tragedia, ma si rivolgono anche all’avventura, perché gli occhi dei bambini hanno visto già troppo, non sono loro a dover metter fine alla tragedia. La mia mostra e quella dei “Libri senza parole” sono dedicate ai 600 bambini residenti a Lampedusa più a tutti quelli profughi che ogni giorno sbarcano sull’isola. Quella dei Silent book è un’iniziativa partita da Roma, che ha come seconda tappa Ravenna e che approderà a Lampedusa per dare una speranza a tutti quei bambini che potrebbero averla smarrita in mare”.
Cosa ha in mente di far fare ai bambini durante il laboratorio?
“L’idea è quella di far costruire dei giocattoli ai bambini, uscendo fuori dalle dinamiche commerciali del giocattolo preconfezionato. In allestimento ci saranno anche giocattoli di bambini e di adulti che amano crearli alla maniera dei bambini”.
A corredare le due mostre e il laboratorio, una serie di letture ad alta voce in italiano, rumeno e portoghese organizzate dai volontari “Nati per leggere” e dai mediatori culturali dell’associazione “Terra Mia”, nelle giornate di sabato fino al 5 gennaio.
Biblioteca Classense, Via Baccarini 3, Ravenna.
Orari mostra: da martedì a venerdì ore 16.30 – 18.30, martedì giovedì 9.00 -12.00, sabato 9.00 -12.00 e 15.30 – 18.00.
Informazioni e prenotazioni: tel. 0544 485106 e 0544 482182; www.classense.ra.it.
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