L’altro volto di Peppa Pig: impunita, cattivella e dissacrante. A dirlo è la sua voce, Tatiana Dessi

Un curriculum fitto e lungo svariate pagine quello di Tatiana Dessi, conosciuta da molti per aver dato voce alla maialina più amata di tutti i tempi, Peppa Pig, ma che ha alle spalle una carriera nel doppiaggio che le ha conferito, tra i vari premi, il nastro d’argento per aver doppiato Hillary Swank in “Boys don’t cry” nel 2000. Tra le sue performance più famose ricordiamo anche quella di Nia Vardalos in “Il mio grosso, grasso matrimonio greco” e quella di Adam Dior in “Le nuove avventure di Tom Sawyer”.  Tornando al mondo dei cartoni animati, Tatiana ha dato per anni la voce a Kitty di “Hello Kitty” e da qualche stagione anche a Icy, la cattiva delle Winx.

Tatiana, vi assomigliate tu e Peppa Pig?
“Certo. Siamo entrambe ostinate. Lei, quando vuole ottenere qualcosa, pesta i piedi, io non faccio i capricci, ma sono determinata e testarda allo stesso modo. A Peppa poi ho regalato la simpatia, cercando di caratterizzarla con una voce che fosse divertente e allegra. Inoltre lei ha tanto di me bambina. Tutti mi dicono che quando ero piccola ero impunita e birichina. Ho cercato di ripescare nella mia infanzia e Peppa infatti non è solo una maialina buona e dolce, ma anche dissacrante, impunita e qualche volta cattivella, proprio come ero io”.
Qual è la differenza tra doppiare un film e dar voce a un personaggio di un cartone?
“C’è una differenza notevole. Il personaggio del cartone lo caratterizzi, raramente useresti la tua vera voce. Questa la si modifica sempre, la si rende buffa, magari un po’ nasale, comunque diversa dalla tua. Spesso non c’è bisogno nemmeno di andare in sincrono, perché non sempre le bocche nei cartoni sono ben delineate. In un film è tutto completamente diverso. Cerchi di metterci sempre qualcosa di tuo, ma sei anche concentrata a non ‘scollarti’ dall’attore che stai doppiando. In un cartone c’è divertimento, magari il ricordo della tua infanzia, in un film invece ci metti l’emozione”.
Cosa pensi del fatto che il successo ‘popolare’ è arrivato con Peppa e non con il nastro d’argento che hai vinto, per esempio?
“Questa è una cosa molto buffa, di cui ancora mi chiedo il perché, ma non so darmi una risposta. Forse è lo scotto che con il nostro lavoro si deve pagare”.
Ma perché Peppa Pig piace così tanto?
“Probabilmente perché nasce in un momento di crisi generale e lei ripropone una serie di valori, la famiglia, i nonni, le gite, i giochi all’aria aperta, che in questo momento vengono apprezzati da tutti e non solo dai bambini.  In un’era come questa, nella quale i giochi dei bimbi sono diventati super tecnologici, uscire fuori e saltare nelle pozzanghere rappresenta  un ritorno alla natura e all’essenziale. Anche i disegni aiutano a farla piacere, Peppa e gli altri personaggi della serie sono così lineari, semplici, quasi rassicuranti e molto diversi da quelli giapponesi ai quali negli ultimi anni ci eravamo abituati”.
E a te piacciono le pozzanghere?
“Sì, molto e mi piace soprattutto la pioggia”.
Ti fai mai riconoscere dai bambini che incontri?
“Qualche volta mi capita che le mie amiche mi chiedano di far sentire la voce di Peppa ai loro figli, ma quando lo faccio, i bambini mi guardano in modo strano, sono quasi diffidenti e intimiditi. Solo se ho a disposizione un pupazzo di Peppa da usare a mo’ di marionetta, allora si rilassano e si avvicinano. Una sera la figlia di un mio amico alla quale mi stavo rivolgendo con la voce di Peppa, naturalmente sotto richiesta dei genitori, mi disse ‘ma non ti vergogni alla tua età a fare queste voci?'”
E tu cosa le hai risposto?
“Ridendo le ho detto ‘sì, ma questo è il mio lavoro!”

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