Cadute e ustioni: troppi accessi di bambini al pronto soccorso. Ecco come evitarli

In Emilia-Romagna le cause più frequenti di accesso di bambini al pronto soccorso sono le cadute e le ustioni: incidenti che spesso avvengono proprio tra le mura di casa, dove si potrebbe pensare che il bambino sia più al sicuro. Questa sera alle 20,30 al Circolo Arci di Borella di Cesenatico (via Cesenatico n. 222) Francesca Righi e Paride Tisselli, rispettivamente medico e tecnico della prevenzione dell’Unità Operativa Igiene e Sanità dell’Ausl di Cesena, parleranno della sicurezza in casa e di come prevenire gli incidenti domestici e le patologie derivanti dal vivere in una casa insalubre. Abbiamo chiesto qualche anticipazione alla dottoressa Righi.

Che cosa impedisce di avere una casa sicura per i nostri bambini?
“La struttura dell’ambiente, la collocazione degli arredi e degli impianti ma anche molti dei comportamenti che adottiamo o non adottiamo”.
Quali accorgimenti dovrebbe avere prima di tutto un genitore?
“Bisogna innanzitutto considerare l’età del bambino e quindi la sua competenza e il suo grado di autonomia. Nel primo anno di vita, per esempio, è esposto a diversi pericoli come la caduta dal fasciatoio, dal passeggino, dal seggiolone. E non va mai lasciato solo mentre fanno il bagnetto, perché rischia l’annegamento anche in poca acqua”.
E quando inizia a camminare?
“Si inserisce il rischio di ingestione di liquidi pericolosi come detersivi e farmaci. Bisogna ricordarsi di mettere tutto in alto, dove il bambino non può arrivare. Sono mamma anch’io e devo riconoscere che spesso la fretta e lo stress fanno calare la nostra attenzione, aumentando in maniera incredibile la probabilità che succeda qualcosa di pericoloso”.
In cucina, è utile usare la barriera di protezione dei fornelli?
“Forse è un po’ estrema come soluzione. Credo sia sufficiente non tenere in braccio il bambino mentre si cucina, tenere i tegami nella seconda fila di fuochi o almeno con i manici rivolti verso la parte interna. Sta poi a noi controllare che il bambino non circoli sotto il piano cottura”.
Alcuni genitori fanno indossare ai bambini il caschetto anche se sono in casa: eccessivo?
“Sì. Meglio sincerarsi, per esempio, che i tappeti siano fissati a terra con gli adesivi così che quando il bambino corre, non rischi di scivolare. Quanto al caschetto, io sono per promuoverne l’uso all’esterno, quando i bambini giocano con la bicicletta o il triciclo. Purtroppo in Italia non abbiamo questa cultura: anche quando carichiamo i bimbi sulla nostra bici, non dimentichiamo mai il casco. Non importa se non è obbligatorio, si tratta comunque di una protezione utilissima. Non solo: abituando i bambini a cinture e caschi, li responsabilizziamo e quando saranno grandi verrà loro automatico ripetere gli stessi gesti in macchina o quando saranno a loro volta genitori”.
Un tempo si temeva molto che i bambini infilassero le dita nelle prese di corrente. E ora?
“Le case oggi sono più sicure ma in quelle più vecchie la tentazione dei bambini di scoprire che cos’è quel foro può portare a rischi, soprattutto se il ditino è bagnato. Notiamo che questo avviene soprattutto nelle famiglie di stranieri, che vivono spesso in ambienti più stretti, meno sicuri. Meglio, da quando il bimbo gattona fino ai due anni di età, tenere le prese coperte”.
Possiamo invece rilassarci quando il bambino ha quattro o cinque anni?
“Non troppo. L’importante è evitare di mettergli a disposizione cose scalabili che gli consentano di salire in alto. Non scordiamo, poi, di valutare sempre la temperatura dell’acqua quando devono fare il bagno: è un accorgimento che in genere si ha con i neonati, ma va tenuto in considerazione anche più avanti”.

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