“Sono molto vicina alle donne che affrontano ogni giorno questa malattia – ha aggiunto – e con miei uffici abbiamo elaborato nell’ultimo accordo sugli Obiettivi di Piano una linea progettuale, approvata dalla Conferenza Stato Regioni, diretta proprio all’implementazione di percorsi diagnostico assistenziali e di supporto per migliorare la vita delle donne affette da malattie croniche invalidanti della sfera urogenitale, tra le quali anche l’endometriosi. Allo scopo è stata vincolata la somma di 15 milioni di euro per consentire alle Regioni di sviluppare specifici progetti finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita e di salute delle donne affette da queste malattie. Occorre infatti una presa in carico globale delle donne affette da endometriosi ed è fondamentale l’integrazione degli interventi per una stessa paziente e il coordinamento fra soggetti, strutture e servizi, secondo la modalità di rete e in un’ottica multidisciplinare, che coinvolga più figure specialistiche”.
“E’ necessario, quindi – aggiunge Lorenzin – costituire una Rete sanitaria ben coordinata che veda da un lato i Centri di eccellenza, dall’altro i Servizi sanitari territoriali. Spetta ai Medici di Medicina Generale o ai Servizi territoriali, cui la donna si rivolge, individuare tempestivamente la patologia, indirizzando così la paziente allo specialista ginecologo per una conferma diagnostica e per la sua successiva gestione, avvalendosi anche dei Centri di Alta Specializzazione. La Rete diagnostico terapeutica dovrà accompagnare la donna in tutto il suo percorso in modo costante e continuato”.
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