Disturbate, turbate e masturbate. Non è uno scioglilingua ma quello che accade a coloro che aderiscono al progetto Hysterical Literature. Letteratura perché le donne che partecipano altro non devono fare che mettersi sedute e leggere un libro, il loro preferito possibilmente, a voce alta. Isterica perché nel frattempo sotto il tavolo qualcuno provvederà a sollecitare le loro parti intime con quello strumento con cui una volta i medici curavano, appunto, le isteriche: un vibratore.

Perversione? Mania di protagonismo? Provocazione? No, è semplicemente arte. La trovata è di Clayton Cubitt, fotografo e regista americano noto per le sue idee piuttosto singolari, il quale presenta così la sua creatura: “Esplora il femminismo, il dualismo mente-corpo e il contrasto fra cultura e sessualità. Ed è pure molto divertente da vedere”.

In effetti, non foss’altro per la curiosità, la serie di video di Clayton dal 2012 fino ad ora ha collezionato complessivamente 20 milioni di visitatori su youtube. Attenzione però la volgarità è bandita, le donne sono mostrate solo come il dantesco Farinata degli Uberti, dalla cintola in su. Il sesso, come precisa, Clayton “è nascosto”. Si vede solo il mezzobusto, un po’ come avviene al Tg. Se volete fare uno sforzo di fantasia – molto gradita in questi campi – immaginate, che so?, Lilli Gruber alle prese con…

La telecamera dunque esplora le reazioni delle donne mentre sotto il tavolo gli (le?) assistenti del regista provvedono a stimolare l’orgasmo. Con molta professionalità e nessuna libidine, ci mancherebbe: in fondo è come timbrare il biglietto dell’autobus. Solo che il vibratore va inserito un po’ più a lungo ma neanche troppo: di media servono dai 5 ai 10 minuti per crollare. Circostanza che d’ora in poi potrà essere ufficialmente inserita tra le cause per cui Guerra e pace di solito non viene mai terminato.

L’esperimento sta proprio nel vedere i mutamenti delle espressioni e del tono di voce delle donne. Tutte cominciano con molta professionalità, perfino seriose, come se fosse una lectio magistralis alla biblioteca Classense di Ravenna. Chi sceglie una poesia di Walt Whitman, chi un racconto di Hemingway, chi un dramma di Tennessee Williams. Il finale, almeno a livello sonoro, però è da capolavoro di Rocco Siffredi. Qualcuna prova a trattenersi ma alla fine vince sempre lui per ko tecnico: il vibratore. Non c’è Nobel per la letteratura che tenga. Guardare per credere. 

Se poi avete delle ambizioni artistiche o semplicemente è un po’ che non vi abbandonate ai piaceri della lettura e/o del sesso, potete sempre provare comodamente a casa vostra (la musica di sottofondo non è necessaria ma se proprio non ne potete fare a meno c’è il sempreverde Good Vibrations dei Beach Boys). E godetevi questo bel libro.