Cosa rispondo a mio figlio di dieci anni che mi ha chiesto cosa è la verginità? E’ possibile che a cinque anni il mio bambino abbia avuto il suo primo orgasmo? Fino a quando fare il bagno nudi con i propri figli? Sono queste alcune delle domande che hanno dato avvio all’incontro “Parliamo di sesso. Specialiste a confronto con madri e padri” che si è tenuto giovedì sera alla Casa delle Donne (Via Maggiore, 120) di Ravenna. Un incontro che sin da subito si è trasformato in uno scambio di opinioni e di esperienze, dove i ruoli tra relatori, organizzatori e partecipanti si sono confusi volontariamente, perché era più forte il desiderio di comunicare, di condividere e di confrontarsi, piuttosto che di impartire una lezione teorica.
Una sessuologa e consulente della coppia, Donatella Valmori, una psicologa e psicoterapeuta, Ilaria Frascarelli e un’ostetrica del Consultorio Giovani di Ravenna, Donatella Rebecchi le esperte che sedute in cerchio insieme a un pubblico di mamme e papà hanno intavolato un’interessante discussione in occasione di questo evento promosso dal gruppo di lavoro Salute – Qualità della vita – Felicità dell’Associazione Liberedonne-Casa delle donne, in collaborazione con Consultori Ausl Ravenna e Romagnamamma.it.
“Se siete imbarazzati a parlare di sesso con i vostri figli – ci ha spiegato la dottoressa Valmori – non tenete questa emozione dentro di voi, ma comunicategliela. Così vi sentiranno più vicini e al contempo saranno anche più liberi di esprimere le proprie emozioni. L’importante è parlargli in modo chiaro e senza troppi giri di parole. Diamo il giusto nome alle parti del corpo, la vagina non è diversa dall’orecchio”.
Tanto l’interesse mostrato in sala riguardo all’autoerotismo infantile. “La masturbazione – continua la sessuologa – rappresenta l’interpretazione adulta di un comportamento infantile. Conoscere il proprio corpo e sperimentare con esso è una pratica che inizia sin da quando il bambino è nella pancia della mamma. L’adulto interpreta qualcosa di naturale e fisiologico con un occhio ‘sporcato’ dai messaggi che la società veicola. Non bisogna giudicare, né tantomeno far vergognare un bambino che esplora i propri organi genitali”.
“La relazione è la casa della sessualità, – aggiunge la psicologa e psicoterapeuta Ilaria Frascarelli – non ci stupiamo quindi se un adolescente non vuole parlare di sesso con i genitori, se negli anni precedenti non si è instaurato in famiglia un dialogo sicuro, rispettoso e accogliente”.
Ci sarebbe bisogno – continua la psicologa – di un’educazione sessuale rivolta in primis agli adulti, per riuscire a riconoscere tutti i significati che attribuiamo al corpo e alla sessualità”.
Tra gli adolescenti – prosegue l’ostetrica Donatella Rebecchi – c’è poca cultura del sesso. Si presentano al nostro consultorio, che è proprio dedicato alla fascia di età 14-21, con domande e credenze che si distaccano ampiamente dalla realtà. Sono soprattutto le femmine ad accedere ai nostri servizi. Vengono da noi, dopo una sessualità già agita, per chiedere consiglio su contraccezione e prevenzione. Ultimamente, stiamo promuovendo la figura dell’andrologo, ma i maschi stentano a sottoporsi a una visita e si rivolgono allo specialista solo quando è in corso un’alterazione che riguarda l’apparato genitale maschile”.
In una società come la nostra, dove spesso non si parla di sessualità con i ragazzi, né in casa e né a scuola, gli adolescenti finiscono con l’imparare tutto quello che sanno sull’intimità dai racconti dei pari o dalla pornografia che di intimità ha ben poco ma che si presenta come una pratica ginnica, tutta incentrata sulle misure, sulle prestazioni e sulla performance. La pornografia rappresenta un surrogato della sessualità, che non fa altro che andare a rinforzare quegli stereotipi di genere, maschio equivale a forte e dominante, femmina a emotiva e subordinata, che contribuiscono a gettare a loro volta un velo di confusione e di vergogna quando ci si trova a parlare di sesso, un aspetto fondamentale della vita di tutti noi.
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