Neanche è nato e la cameretta è già piena di giochi. Libri morbidi, libri che suonano, sonagli e apette posizionate sulla culla. Ma siamo sicuri che per un sano sviluppo psicomotorio del bambino ci sia bisogno di tutto questo?
“Per i bambini tutto è gioco, a partire dal proprio corpo per poi arrivare a quello dei loro genitori. E’ attraverso i sensi che conoscono il mondo e imparano a crescere”. A parlare è la pedagogista, Federica Zampighi, del Centro per le Famiglie di Faenza, che terrà un incontro in sede (Via degli Insorti, 2) lunedì 28 aprile alle 9 30 dal titolo “Giocattoli per sviluppare la crescita del nostro bambino. Quali e quanti?” rivolto proprio ai genitori di bambini, fino a un anno, che sono in piena fase di esplorazione dell’ambiente circostante.
“Noi pensiamo ai giocattoli convenzionali, quelli che si comprano nei negozi o nelle farmacie – continua la pedagogista – ma i bambini sono molto ‘economici’, hanno bisogno di molto poco. All’inizio sono attratti dalle proprie mani che vengono portate in bocca ad esempio o da un piede che finalmente si riesce ad afferrare e successivamente dal corpo dell’altro, da quello di mamma o papà”. E’ questo il momento in cui, finito il periodo simbiotico con la madre, il piccolo comincia a intuire che c’è una differenza tra se stesso e l’altro.
“Lo sviluppo motorio e la coordinazione occhio-mano – aggiunge l’esperta – facilitano la sperimentazione. Il bambino si rapporta maggiormente con tutto ciò che lo circonda e gli oggetti della vita quotidiana lo attraggono molto più dei giocattoli comprati di proposito”. Quante volte infatti sarà capitato di vedere un bimbo di sei-otto mesi, che magari ha appena imparato a stare seduto da solo, sbattere ripetutamente un pentolino a terra, oppure muovere in continuazione le chiavi della macchina, pur di sentire costantemente il loro tintinnio.
“Il bambino è interessato dall’esperienza sensoriale, da quello che scaturisce dall’incontro con l’oggetto indipendentemente se questo sia un giocattolo o un oggetto della sua quotidianità”.
Durante l’incontro, la pedagogista proporrà un’attività “Il cestino delle meraviglie”, che i genitori potranno fare insieme ai loro figli. Scoprire cosa contiene una scatola di cartone e trovarvi dentro degli oggetti che già si conoscono, toccarli, prenderli in mano e poi lasciarli, con la presenza dell’adulto che può nominarli o mostrare interesse attraverso le sue parole e le espressioni facciali, è un ottimo gioco da fare insieme in qualsiasi momento. “Al di là del gioco o dell’oggetto scelto per intrattenere il bambino, è importante l’esperienza emotiva che ne deriva, in presenza dell’adulto. Trovare all’interno dello sguardo del genitore una conferma che quello che si sta facendo va bene, significa per il bambino che è lui stesso ad andare bene, ad essere accettato”. Essere accettati, accolti e apprezzati da chi si prende cura di sè è uno degli elementi più importanti per lo sviluppo sano del bambino.
“Quando sono più grandi – conclude la pedagogista – è importante anche che i bambini sperimentino la noia, quindi non riempirli di giochi e di attività dal mattino alla sera, gli permetterà di usare le proprie risorse e di trovare strategie attraverso la fantasia“.
Per info: 0546/691871/73 oppure scrivi una mail
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