Pizzette e salatini, bibite e fotografie. Ma soprattutto, un Luca emozionato e su di giri. Il liceo artistico di Ravenna, questa mattina, ha dato prova di quanto la diversità non sia vissuta come un problema, la disabilità accolta, l’autismo parte della normalità della scuola. Marina Montanari, mamma di Luca, il 17enne con autismo di cui Romagna Mamma ha parlato in più occasioni, ha voluto e ottenuto per suo figlio, trovando grande collaborazione tra gli insegnanti, una festa di fine anno in giardino, insieme ai suoi compagni. Un’occasione inconsueta, se vogliamo, in un mondo in cui il diverso è spesso percepito come distante e da evitare, da isolare ed emarginare. Non all’Artistico, una realtà che ha fatto dell’accoglienza il suo asso nella manica. Il dirigente scolastico Marcello Landi, presente alla festa, lo ha ribadito con orgoglio: “Noi crediamo molto nel rapporto con la diversità, l’abbiamo sempre considerata una risorsa. I ragazzi cosiddetti normodotati sono abituati a relazionarsi con quelli disabili, a convivere con situazioni anche gravi. Basti un dato:su 637 alunni, oltre trenta sono certificati Dsa”. Grazie al lavoro di Silvia Colizzi, che a Romagna Mamma aveva raccontato la commovente storia del rapporto con Diana, un’ex alunna Down, dieci anni di attività dedicata alla diversità sono stati raccolti nella pubblicazione “Frammenti di Mosaici in Movimento”, dove l’arte diventa veicolo di integrazione.
E di integrazione sa molte cose anche Maria Rosso, l’educatrice che segue Luca dalla scuola elementare per la cooperativa Progetto Crescita: “Quando conobbi Luca, aveva sette anni. Aveva il ciuccio in bocca, portava il pannolino. Ed erano in molti a dire che non avrebbe mai parlato. Fu una grossa sfida provarci: grazie ad una psicologa che volle sperimentare su di lui, visto che aveva una buona gestualità, il linguaggio dei segni, su Luca iniziammo un lungo, graduale e difficile lavoro. Alla fine delle elementari Luca riconosceva le consonanti, poi è partita la lettura. Oggi Luca legge e scrive al computer”. Ora, per Luca, è il momento di “fare il grande”: “Poco importa a che punto è didatticamente. Luca ha 17 anni e quindi ha bisogno di condividere certi discorsi e certi argomenti con i suoi coetanei: lo sport, le ragazze, la musica”.
Emozionata la mamma di Luca, Marina: “Mio figlio è molto amato, non solo dalla sua famiglia. La scuola, i professori e i compagni lo adorano. E questo per me è importantissimo”. Anche Ermes Assirelli, l’insegnante di sostegno di Luca (che ci aveva raccontato la sua esperienza qui), conferma l’importanza di tutto il mondo che ruota in maniera entusiastica intorno a Luca: “Che la festa fosse nell’aria l’aveva capito. E oggi che può viverla, non nasconde la sua emozione. La sua esuberanza tradisce la sua contentezza”.
Piccoli ma grandi eventi come la festa di oggi al liceo artistico segnalano, per opposizione, un problema di molte altre realtà scolastiche, come sottolinea Maria Rosso: “Sappiamo di ragazzi parcheggiati, trattati come termosifoni. Sul nostro territorio viviamo una situazione molto positiva, che in questa scuola raggiunge davvero l’apice. La presenza di diverse figure professionali che trattano la disabilità fa capire quanto il terreno sia fertile per fare attecchire anche iniziative come la festa di oggi”.
Riflessioni che trovano conferma, per esempio, nella triste storia di Jacopo Bregolato, un ragazzo padovano di 15 anni con diagnosi di autismo grave al quale il liceo “Valle” ha rifiutato l’iscrizione. Sua madre, Laura Stecca, ha avviato una petizione su Change.org
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta