“Ci sono delle differenze biologiche e non solo sociologiche tra uomini e donne. Il riconoscimento delle diversità di genere ha aperto un dibattito nel campo della medicina rivolto a tutti i suoi aspetti, da quello della ricerca, a quello farmacologico fino ad arrivare all’ambito della prevenzione e della cura”. A parlare è Nadia Masini, presidente della Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti, Professioni e Affari) di Forlì.
“La piena efficacia della presa in carico di una persona – continua Nadia Masini – passa attraverso il riconoscimento dell’unicità dell’individio e della specificità del suo genere di appartenenza”.
Proprio per alimentare questo dibattito che per molto tempo ha avuto scarso riconoscimento almeno in Italia, la Fidapa con il patrocinio dell’AUSL Romagna, l’Università di Bologna e dell’Ordine dei Medici di Forlì-Cesena, ha organizzato un convegno dal titolo “Medicina di genere: una nuova frontiera” che si terrà a Forlì sabato 24 maggio dalle 9 alle 13, nell’Aula Magna del Campus (Corso della Repubblica, 88).
Forse non tutti sanno che il cuore batte più veloce in una donna che in un uomo, che la cosiddetta “aspirinetta” utilizzata per prevenire gli infarti nella donna non funziona, e inoltre che la maggior parte delle sperimentazioni in campo farmacologico vengono effettuate sugli uomini. Queste sono solo alcune delle “differenze” di genere che non possono essere ignorate dalla medicina moderna. In sanità, più si approfondiscono studi, più si trovano evidenze del fatto che essere uomo o donna, condiziona sia l’insorgenza e il decorso delle malattie, che l’aspetto diagnostico, il trattamento, la cura e la riabilitazione.
“Al convegno parteciperanno la prof.ssa Giovannella Baggio, docente ordinario di Medicina di Genere all’Università di Padova, che è una delle maggiori esperte internazionali sul tema, la prof.ssa Carla Faralli, docente ordinario di Filosofia del Diritto dell’Università di Bologna, la prof.ssa Susi Pelotti, docente associato di Medicina Legale dell’Università di Bologna e la dott.ssa Paola Matarrese, dell’Istituto Superiore di Sanità, che tratteranno il punto della situazione sotto il profilo etico-normativo, della ricerca e delle scelte sanitarie.”
Alcune regioni come il Piemonte nel 2011 e l’Emilia Romagna nel 2012 hanno votato un emendamento per la introduzione della medicina di genere nel Piano Sanitario Regionale, mettendosi in linea con la Regione Toscana, all’avanguardia su questo argomento.
“L’obiettivo del convegno – conclude Nadia Masini – è ampliare le conoscenze su questa tematica e far sì che la differenza tra i sessi diventi un concetto applicato in medicina per garantire a tutti, donne e uomini, una reale equità e il miglior trattamento possibile in funzione della specificità di genere”.
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