Per lo svezzamento meglio il ‘baby food’: “L’unico che dà garanzie”. Il perché lo spiega il pediatra

Autosvezzamento. Che parolone. Lungo e assai complicato. Sopratutto se è diventato uno di quegli argomenti che mette di più in disaccordo i pediatri. Insomma, che dare da mangiare ai bambini ? Pappine, brodetti, liofilizzati o tutto quello che mangiamo noi?

La domanda è quella che i pediatri oramai si sentono fare più spesso e voi che siete alle prese con lo svezzamento non farete da meno. A Ravenna avete l’occasione di ascoltare che cosa ha da dire Ugo Ceroni, pediatra di trentennale carriera, che su Romagnamamma.it ha già espresso in diverse occasioni la sua opinione al riguardo: il baby food, per sua opinione, è di gran lunga meglio. Ne parlerà nel corso di uno degli incontri che fanno parte del corso di puericultura, un appuntamento che ogni anno a Ravenna ha l’obiettivo di dare qualche nozione in più a nonni e genitori sulle tematiche più disparate. L’incontro è in programma il 2 ottobre nella Sala Ravegnana Radio, in piazza Arcivescovado 11, dalle 20.30 alle 22.30. 

svezzamento, pappe, bimbo che fa la pappaIn Italia abbiamo una legislazione rigida riguardo al baby food, se produci alimenti rivolti ai bambini sotto i tre anni devi stare dentro alcuni parametri. Le farine, per esempio, non devono contenere contaminanti oltre una certa soglia. Prendiamo un altro esempio, la pasta. Per i bambini sopra i tre anni è fatta seguendo altre norme. E’ molto difficile poter produrre del baby food. Gli alimenti sono sottoposti a controlli e siccome di mezzo ci sono miliardi, questo ci dà maggiori garanzie sul fatto che i prodotti siano più sicuri”.

Secondo Ceroni, dunque, far sedere i bambini a tavola con i genitori, condividendo con loro in occasione dello svezzamento gli stessi alimenti, non è la scelta giusta.

“Sono molto perplesso. Mettiamo che una mamma scelga di dare ai figli la carne fresca. Benissimo. Da dove viene? Chi la produce? Che carne è? Dovete cercarla voi la garanzia perché io non ce l’ho, neanche se si tratta del mio macellaio di fiducia. E come è cotta? E’ bollita? O è fritta? Un bambino di sei mesi può mangiare le cotolette? Direi proprio di no. Le cose vanno fatte un po’ alla volta perché la natura ci dice questo. Il primo dente i bambini lo mettono a sei mesi. Per masticare ci vogliono i molari e non gli incisivi. Un bambino sta seduto mediamente a sette mesi. Ma noi lo mettiamo seduto a tavola a sei. Leggo tanta fretta su una cosa che i bambini, una volta cresciuti, avranno tutto il tempo di fare”.

 

 

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Commenti:

  1. il baby food è quello che da più garanzie di guadagno ai pediatri. l’auto svezzamento non è il giusto termine da usare.
    ma alimentazione complementare a richiesta. il bambino posto a tavola con l’adulto, dopo al sua poppata naturale, mangia quello che vuole provando ogni cosa. a patto che l’alimentazione dei genitori sia corretta. pian piano abbandona il latte per passare ad una alimentazione sempre più normale.
    allora fino ai sei mesi anche l’oms dice di nutrire i figli solo con il latte materno.
    lo svezzamento tramite pappine e omogeneizzati o biscotti liofilizzati da aggiungere al latte formulato avviene molto prima di tale termine, quando il bambino protunde la lingua in avanti e non è ancora pronto per una altra alimentazione diversa da quella del latte materno. la lingua in avanti infatti è il metodo dei bambini per la suzione del latte materno dal seno.
    Il bambino posto a tavola con gli adulti, che osservano una corretta dieta alimentare non ha nulla da temere.il fritto? non fa bene nemmeno agli adulti. allora andrebbe cotto bene, in olio d’oliva e mangiato una volta ogni tanto(una due volte l’anno).
    una corretta alimentazione dell’adulto porta ad un corretto svezzamento del bambino. e porta a minor problemi alimentari una volta adulti. magari corregge anche errori degli adulti nell’alimentazione e ci rende più consapevoli. che si aggiornasse il pediatra con esperienza trentennale.

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