La creatività che a volte la scuola tende ad affossare, qui è di casa. La voglia dei ragazzi di mettersi alla prova e inventare qualcosa che prima non c’era, è la benvenuta. Il modello americano dei FabLab, laboratori didattici ad alta tecnologia che vedono le scuole aperte ben oltre l’orario canonico delle lezioni, è approdato anche a Cesena. Alcuni docenti dell’Istituto “Blaise Pascal” di Cesena, insieme ad un gruppo di colleghi dell’istituto per geometri “Belluzzi” di Rimini e a qualche professionista autonomo, hanno dato vita a FabLab Romagna, un’associazione che promuove il talento degli studenti, ma anche la sola voglia di provare a realizzare nel concreto -attraverso strumentazioni ad hoc – le proprie idee.
Il MakerSpace (ovvero il laboratorio) del “Pascal” è un po’ l’oroglio di Andrea Vaccari, il prof di informatica che sta aspettando di implementare la stessa esperienza anche a Rimini e che spera di allargare il raggio d’azione dei FabLab ad altre scuole del territorio: “L’idea è quella di un grande laboratorio aperto dove si lavora dal micro al macro. Dove i ragazzi possono mettere alla prova i propri progetti, fare esperimenti, dare vita ad oggetti”.
Qualche esempio? “Un ragazzo ha progettato uno skateboard con due sole ruote centrali e tramite una schedina, riesce a regolarne l’equilibrio. Un alunno, con la stampante 3D, ha dato vita ad una mano in plastica, poi l’ha collegata al computer, dal quale la pilota, facendola chiudere e aprire. Non pago, si è comprato un apparecchio che si mette sulla testa e che recepisce le onde cerebrali. E così, riesce a manovrarla tramite il pensiero. Quando mi ha spiegato dove sarebbe voluto arrivare, mi sono messo a ridere. Non pensavo fosse possibile”.
Ed è proprio questo il nodo di tutto: “I ragazzi sono l’anima dei FabLab, dove riescono a stupire anche gli stessi insegnanti, troppo spesso chiusi nel proprio sapere, poco fiduciosi nell’inventiva degli studenti. Io sono più che felice nel vedere ragazzini, anche in prima superiore, con una testa che lascia a bocca aperta”.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta