Padri più presenti, figli più sicuri di sé: un incontro a Rimini

papà“Paternità in divenire, figli che crescono, relazioni che cambiano” è il titolo dell’incontro che si terrà stasera, 3 novembre, alle 20 45 al Centro per le Famiglie di Rimini (Piazzetta dei Servi, 1).  Si tratta di un appuntamento a cura del  Gruppo LIBERA-mente, servizio psicologico della cooperativa Il MIllepiedi che sarà condotto dagli psicologi Erika Zaghini e William Zavoli. Una tematica, quella del ruolo paterno, molto interessante e discussa negli ultimi anni, considerando i cambiamenti avvenuti nelle relazioni in famiglia negli ultimi decenni.  Da padre a papà, la figura maschile è sempre più partecipe e ha acquisito un ruolo complementare accanto a quello della madre. Per saperne di più sulla serata, chiediamo qualche anticipazione alla dottoressa Zaghini.

Negli ultimi anni è cambiata la relazione tra padre e figli?
“Negli ultimi decenni il padre come lo conoscevamo una volta è stato messo in discussione dalle trasformazioni culturali. Le madri lavorano, l’autorità in famiglia non è più calata dall’alto, ma frutto di un processo relazionale. Questo inevitabilmente ha innescato una crisi dell’identità paterna che spesso si risolve con nostalgiche rievocazioni di figure paterne autoritarie o al contrario con ‘fughe’ dal ruolo paterno.

Come si comporta il padre in famiglia oggi?
“In realtà il padre moderno è un padre che ha più possibilità, che ha imparato anche a prendersi cura, ad accogliere e proteggere i propri figli. E’ capace di ascoltarli e di comprenderne i bisogni. Sono tutte qualità positive e ‘materne’ che non devono distogliere ed esimere il padre dalla sua funzione che non è solo quella di far star bene i figli, ma di insegnargli a ‘cavarsela da soli’, a imparare tutto quello che può servire per vivere in pienezza nel mondo, nonostante le fatiche e le avversità. Il padre è il testimone del futuro e del desiderio. In un’epoca di crisi può essere difficile, ma le opportunità e le sensibilità a disposizione sono maggiori rispetto al passato sempre che si abbandoni l’idea del padre perfetto”.

Come cambia il comportamento del padre verso il figlio nelle varie fasi della crescita?
“Nella prima infanzia fino ai tre anni il padre entra piano piano nella relazione madre-bambino che ha il dovere di favorire e tutelare, oltre che essere di supporto alla propria compagna. In questa fase il padre si sperimenta in questo nuovo ruolo e si trova anche lui in un turbinio di emozioni: gioia, disagio, paura, invidia, gelosia ecc. Nella fase successiva, quella pre scolare, il padre è una figura che diventa sempre più presente. Entra in relazione con il proprio bambino in maniera più costruttiva, funge da stimolo per lui, inizia a stabilire le regole educative e inizia a subentrare nel rapporto tra madre e figlio, iniziando ad allentarlo un po’. Iniziano ad entrare in gioco le prime competizioni con il padre perché il bambino desidera mettersi alla prova”.

E quando inizia la scuola?
“Nella fase scolare il padre accompagna il proprio figlio oltre la famiglia, nella società provando a fargli capire cosa desidera davvero. Con la preadolescenza si inizia a idealizzare questo padre, che poi durante l’adolescenza, inizierà ad essere attaccato e criticato, in quanto di solito rappresenta il sistema normativo. In quest’ultima fase il padre ha il compito di sostenere il proprio figlio nel suo processo di emancipazione, continuando a rappresentare per lui, insieme alla madre, una base sicura verso cui poter tornare quando vivrà momenti di forte dipendenza. Spesso, durante questa tappa di crescita, a causa delle forti e varie emozioni che un genitore può provare in questa fase, si può essere portati a cambiare il proprio ruolo di padre, diventando padri arrendevoli, assenti o amici dei propri figli. Per superare indenni questa fase è importante che i padri riescano a far emergere i propri sentimenti, a elaborare i vissuti, anche rispetto al passato e a ciò che loro stessi hanno vissuto in rapporto al proprio padre. Solo così rappresenteranno per il proprio figlio una persona valida, che sa accettare la sfida che ogni adolescente porta, mantenendo fede ai propri valori e dando l’opportunità a loro di avere un confronto anche attraverso lo scontro”.

Questo modo di essere padri si riflette anche sulla relazione della coppia?
“Il fatto che ci sia un padre presente, in maniera positiva e costruttiva, all’interno di una famiglia, a partire dalla prima infanzia ha come effetto quello che la donna si sentirà accompagnata e appoggiata, in questa nuova esperienza e ciò non farà altro che incrementare il senso di empatia e di collaborazione fra la coppia. A mano a mano che i figli crescono, questa presenza, fungerà da strumento attraverso il quale una madre potrà allentare questo rapporto così intimo e stretto che ha avuto con il proprio bambino per incoraggiarlo verso l’autonomia. La presenza di entrambi i genitori, con modi diversi di atteggiarsi, ma coerenti sulle regole educative, contribuiranno a creare nel bambino autostima e sicurezza nelle proprie capacità e a dare a quest’ultimo la possibilità di crescere avendo la conferma di sé come individuo che vale”.

Per info: 0541 793860

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