Ne avevamo scritto qualche mese fa, in occasione dell’allarme lanciato dall’American Academy of Paediatrics e dall’American College of Obstetricians and Gynaecologists secondo i quali non ci sarebbero prove dei benefici reali che il parto in acqua ha sulla mamma, mentre ci sono casi, rari ma gravi, di danni al bambino, tra cui emorragie, infezioni letali e annegamenti. Tanto che le nuove linee guida americane ci vanno molto più caute (l’articolo del Daily Mail qui)
A suffragare la tesi dei medici americani un caso che sta facendo molto discutere e che arriva dal Texas dove un neonato, pochi giorni dopo essere nato con il parto in acqua, ha contratto una legionellosi ed è morto dopo 19 giorni di ricovero. L’ospedale ha avviato un’indagine per accertare l’origine del batterio ma l’episodio ha riaperto il dibattito negli Stati Uniti. Casi analoghi, infatti, si sono già registrati in Gran Bretagna e in Francia.
Il caso si è verificato a gennaio scorso ma è venuto alla ribalta solo ora dopo un articolo pubblicato sul Daily Mail che rende noto il risultato dell’inchiesta svolta dal Dipartimento di Salute del Texas e pubblicata sulla rivista Emerging Infectious Diseases.
Per il parto erano stati utilizzati tutti gli accorgimenti di disinfezione del caso. Tuttavia gli esperti ritengono che il bimbo abbia contratto il virus in acqua, considerato che la gravidanza non aveva avuto complicazioni, il piccolo era nato sano ed era stato ben accudito a casa dalla mamma. I sintomi si sono manifestati appena sei giorni dopo la nascita, quando oramai si era sviluppata già una grave forma di polmonite.
Secondo i medici, i sistema immunitario del bambino è troppo fragile per affrontare i rischi di infezioni causate dal parto in acqua.
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