Classe di un asiloIn coda, giorno e notte. Così per due se non tre giorni fino all’apertura delle iscrizioni scattata questa mattina alle 8.30. Una situazione che si ripete da anni alla scuola dell’infanzia Clelia Barbieri di Vergato, piccolo comune in provincia di Bologna. Una retta di 140 euro al mese per una struttura privata rinomata tra i genitori della zona, al punto da indurli a file senza sosta pur di accaparrarsi un posto.

Il motivo ce lo spiega una mamma, che si è rifiutata di fare la fila come strumento per iscrivere suo figlio alla materna: “I bambini che vengono fuori da quell’asilo sanno già leggere e scrivere. Le maestre delle elementari se ne accorgono il primo giorno di scuola. E’ un asilo privato di suore che utilizza un metodo educativo che piace molto ai genitori”. Questa, come altre mamme, però, resterà tagliata fuori perché non saprebbe dove e con chi lasciare i bambini per mettersi in fila giorno e notte per tre giorni.

“C’è chi dorme davanti all’asilo, chi in rifugi di fortuna come un pulmino o la canonica della chiesa che viene aperta dal parroco per ospitare i genitori nella notte”. Il motivo è che per avere il posto non bisogna schiodarsi di lì, altrimenti si finisce fuori da una lista compilata a penna dove ci sono nomi e cognomi dei temerari, dal primo all’ultimo arrivato a incominciare da due giorni prima.

“Abbiamo provato a protestare con la scuola e so che altri genitori negli anni passati lo hanno fatto ma senza risultato. I posti sono pochi anche perché oltre ad esserci una sola classe di 24 posti, i fratelli dei bimbi che frequentano hanno diritto di precedenza. La scuola dovrebbe impedire una cosa simile ma negli anni non cambia nulla”.

A fare gola non solo la qualità ma anche gli orari: la scuola chiude alle 17, un’ora più tardi dell’asilo comunale, e resta aperta per tutto il mese di giugno, un mese in più.

Sconcertata dalla modalità di iscrizione atipica anche Ilaria Maggi, presidente dell’Associazione La Via dei Colori, nata a Pistoia per dare sostegno ai genitori e che si batte contro ogni abuso sui minori. Ilaria Maggi ha ricevuto la segnalazione da alcuni genitori. “La scuola per prima lo dovrebbe impedire. Ci sono metodi più civili e meno discriminanti per iscrivere i figli a scuola – commenta -. Conosco istituzioni scolastiche prese altrettanto di mira dove si può fare iscrizione solo online, chi prima clicca ha il posto. Penso ai genitori single o con problemi di lavoro che non avranno mai la possibilità di iscrivere i loro figli in questa scuola. E solo perché non possono fare file estenuanti di notte”.