Prendi una storia e cresci: l’innovativo metodo di Silvia Rastelli

Silvia Rastelli durante una delle attività di "Racconti per sensi interattivi" a Casola Valsenio
Silvia Rastelli durante una delle attività di “Racconti per sensi interattivi” a Casola Valsenio

Racconti per sensi interattivi. Detto così, parrebbe il titolo di una raccolta di fiabe. Ma per Silvia Rastelli, giovane ravennate, è molto ma molto di più: un progetto educativo che è diventato, di fatto, il suo mestiere. Prendete una storia, anzi più storie. Attivate olfatto, vista, gusto, udito e tatto. Attingete a piene mani a un baule di maschere e indumenti. Poi fantasticate, trasformatevi, sognate. Il risultato è a dir poco entusiasmante, soprattutto sullo sviluppo della creatività, dell’espressione corporea e dell’intelligenza emotiva, come ci racconta l’ideatrice.
Silvia, come e quando nasce il progetto? E con quali finalità?
“Era l’anno scolastico 2003/2004 e fui invitata a svolgere una serie d’incontri in biblioteca per le scuole. Da qui sentii l’esigenza di coinvolgere i miei interlocutori in modo da integrare la percezione del racconto con l’aspetto fisico ed emozionale. Via via arrivarono altre occasioni in cui fare prove, tentativi riusciti che mi hanno dato sicurezza nell’osare e sperimentare espedienti creativi sempre più coinvolgenti di ogni parte della storia. Così oggi invento racconti ad hoc o rivisito racconti di letteratura contemporanea per l’infanzia, in questo che si è andato delineando come un metodo ludico didattico nel quale si viene a creare un rapporto fra il singolo bambino e l’atmosfera in cui interagiscono tutti mettendo in gioco le proprie abilità creative”.
I cinque sensi sono sempre al centro: perché?
“Perché sono parte imprescindibile del vivere le storie: ci si addentra non solo uditivamente e visivamente ma anche con i sensi cinestetici come l’olfatto, il tatto e in alcuni casi anche con il gusto. E l’aspetto linguistico, l’esprimere verbalmente, avviene attraverso l’uso di un microfono con amplificazione autoportante, sia della mia voce che di quella del bambino che sta vivendo il personaggio all’interno del racconto attraverso una elaborazione estemporanea. Il tutto ha luogo in uno spazio di gioco appositamente creato, colorato e sezionato, protetto”.
Come cambia il tuo “format” a seconda del pubblico che hai davanti?
“Il progetto è itinerante, nel senso che è realizzabile in diverse location e in progress cioè in divenire costante: ogni evento anche se ripetuto non è mai uguale a se stesso. E viene tarato di volta in volta in base alla fascia d’età dei bambini”.
A che età ti rivolgi, in generale?
“Il progetto si rivolge a bambini di età compresa fra i 3 e gli 11 anni, strutturato per scuola dell’infanzia e primaria. Ma si può essere portato anche in contesti extrascolastici. Le tematiche che si possono trattare sono le più disparate: la lettura, la fiaba, l’ambiente, l’intercultura, il teatro, il cibo, il benessere psico fisico, gli elementi naturali. Accade inoltre che gli insegnanti desiderino inserire ‘Racconti per sensi interattivi’ durante le feste di fine anno scolastico o come momento d’interazione genitori-figli. Inoltre, sempre per le scuole, collaboro al progetto di prevenzione degli incidenti domestici ‘Bolla i pericoli’ nato da medici e sanitari dell’azienda Usl di Ravenna”.
Quali materiali utilizzi principalmente?
“Moquette colorate e sedutine morbide per il setting a terra d’ambientazione, poi illustrazioni, materiali presi sia dall’ambiente domestico quotidiano che dalla natura, materiali di riuso per elaborati di stoffe, accessori per gli indumenti, copricapi, essenze odorose, sostanze gustose, effetti audio e suoni riprodotti con strumenti ed oggetti sonori”.

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