Quando i genitori fanno gli esibizionisti su Facebook. O chiedono l’amicizia ai figli

andreabilotto

Un mini-ricatto per i figli: potete usare Facebook, WhatsApp e tutti i social che volete. In cambio, però, mi aggiungete ai vostri amici. Un consiglio semplice e pratico quello che Andrea Bilotto e Iacopo Casadei, gli psicologi cesenati autori del libro “Genitori social ai tempi di Facebook e WhatsApp. Gestire opportunità e rischi delle nuove tecnologie” (Red Edizioni), daranno alle mamme e ai papà domenica 22 marzo alle 17 all’interno di “Family Lab”, l’iniziativa dell’associazione Sé Stante in programma tra il Planetario e lo Chalet dei Giardini Pubblici di Ravenna. Ne abbiamo parlato con Bilotto, specializzando in psicoterapia sistemico-familiare.
Ansia da controllo: i genitori spesso vanno nel panico perché non riescono a verificare come i figli si comportano sui social. Di che cosa hanno paura?

“Da un lato c’è il problema che gli adulti non conoscono gli strumenti che per i loro figli, nativi digitali, sono pane quotidiano. Dall’altro ci sono dei rischi effettivi da cui tenersi alla larga: non solo i disturbi psichici e fisici derivanti dall’abuso dei social e di Internet, come mal di testa, ansia, agitazione, disturbi della vista. Ma anche la pedopornografia, il cyberbullismo, le minacce, lo stalking. Senza contare che la semplice pubblicazione di un video o di una foto, che nel giro di un secondo vengono messi alla portata di migliaia di persone, può portare a conseguenze inimmaginabili”.
Oltre a farsi aggiungere agli amici, che cosa dovrebbe chiedere un genitore al proprio figlio?

“Il tema dell’utilizzo dei social dovrebbe diventare un argomento di cui parlare in casa, da condividere. I genitori devono chiedere ai figli di spiegare, di raccontare. Devono farsi consigliare e istruire su come aprire un profilo Facebook, sulle funzioni che un certo social ha. Solo così, con un coinvolgimento reale, si possono evitare certe degenerazioni. Il computer, lo diciamo sempre, andrebbe messo in una stanza da cui passano tutti, come il salotto. Dev’essere patrimonio comune, non relegato nella stanza dei figli”.

Esiste anche un modo corretto e innocuo di usare i social. Un concetto da promuovere?

“Assolutamente sì.  I genitori non devono vietare i social ai figli. Ormai è qualcosa che ci appartiene, come dimostra anche l’abbassamento dell’età di utilizzo: negli ultimi tempi la fascia 9-14 anni è quella dove si è verificata l’impennata più significativa. Parliamo sia del possesso del telefonino che dell’uso di Internet. Un’età delicata, dove l’identità non è ancora formata. Ma davanti alla quale, comunque, i ‘no’ non servono a nulla”.

D’altro canto, però, ci sono genitori che hanno dimestichezza con Internet e non disdegnano di pubblicare qualsiasi cosa su Facebook…

“L’esibizionismo di certi genitori è un dato, me ne accorgo dai racconti dei ragazzi, quando li incontro allo Sportello che conduco nelle scuole. Ci sono mamme e papà che non disdegnano di pubblicare le loro foto in costume, per esempio. E i figli non fanno che imitarli, mettendosi in mostra. Quello che i giovani vedono a casa è sempre d’esempio, nel bene e nel male. Sul web, poi, tutto si amplifica”.

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g