Trasformare la sfortuna in un’occasione, fare del diabete un’opportunità – per l’intera famiglia – per iniziare a mangiare più sano. Questo l’invito della dottoressa Emanuela Ravaioli, dietista dell’Ausl di Cesena, una delle protagoniste della Diabetes Marathon in programma a Forlì, Cesena, Rimini e Ravenna la settimana prossima. La dottoressa dialogherà con le famiglie dei bimbi diabetici sabato 25 aprile dalle 9.30 alle 12,30 al Ristorante Cibus di Cesena (via Quinto Bucci, 63) durante un laboratorio di cucina al quale parteciperà anche Ilaria Bertinelli, mamma di Gaia, una bambina diabetica e celiaca, alla quale ha dedicato un originalissimo libro di ricette.
Dottoressa, rispetto al vecchio approccio proibizionista, oggi come è cambiata l’alimentazione delle persone, e in particolare dei bambini, con il diabete?
“La vera svolta l’ha data il calcolo dei carboidrati che consente di impostare le unità di insulina in funzione dei carboidrati che si vanno ad assumere. Un calcolo, quindi, molto personalizzato, e che consente in sostanza di essere più liberi nell’alimentazione. Nelle scuole di Cesena eseguiamo il calcolo anche sui menù delle mense: sulla base dei piatti proposti durante la settimana, il bambino riceve un prospetto che serve ai genitori per decidere quanta insulina il figlio deve assumere per quel dato menù. Un lavoro importantissimo”.
Davanti alla diagnosi di diabete, le famiglie spesso crollano, come ci raccontava anche Ilaria Bertinelli. Una volta elaborato il “lutto”, che cosa succede?
“Il diabete diventa un’occasione per i genitori di farsi più consapevoli rispetto ai benefici di un’alimentazione sana. Durante il laboratorio di cucina spiegherò per esempio l’importanza delle fibre, che sono utili a prescindere ma che, in caso di diabete, riducono l’assorbimento de carboidrati, abbassando l’indice glicemico. Ma anche le virtù dei passati di verdura, dei legumi e delle farine diverse da quella bianca. Ai bambini e ai genitori proporremo tre ricette: una a base di frutta, una con verdure e mozzarella, un dolce a base di farina di grano saraceno”.
A tavola, dunque, proponete un adattamento reciproco dei membri della famiglia in cui si è presentato il problema del diabete?
“Sì, la famiglia deve mangiare come le persone che hanno il diabete e, in parte, anche viceversa. In linea generale bisogna tenere a bada gli zuccheri semplici. Ma grazie al calcolo dei carboidrati, nel diabete di tipo uno nulla, in realtà, è proibito: a un bambino diabetico non è vietato mangiare la torta preparata con lo zucchero bianco. Importante, però, è considerare le quantità”.
In certi casi, come quello di Gaia, il diabete si associa alla celiachia. Come reagiscono i bambini colpiti da questa doppia diagnosi?
“Sono penalizzati due volte. La celiachia, però, è un percorso obbligato: non si deve assumere glutine. Il diabete lascia maggiore libertà di manovra. Mi è capitato, durante i campi estivi, di vedere che i bambini celiaci e diabetici non facevano il calcolo dei carboidrati o mangiavano di nascosto prodotti col glutine. Davanti a questi bimbi cerchiamo di essere il meno proibizionisti possibile: a Cesena, durante il laboratorio, proporremo per questo ricette sfiziose anche gluten free”.
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Commenti:
Grazie Silvia ho molto apprezzato la tua intervista e nel “risentirmi” leggendo quello che hai scritto sono ancora più convinta che l’alimentazione condiziona lo stato di salute generale compreso lo stato psicologico della persona quindi dobbiamo sforzarci di non imporre inutili divieti.
EMANUELA
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