Una fa la consulente in campo farmaceutico, una si occupa di progetti culturali legati al cibo. Un’altra, ancora, corregge bozze. La quarta sta avviando un’attività di turismo responsabile. Alessandra D’Amico, che è la coordinatrice di Kilowatt Baby, lavora come web project manager per una casa editrice. Cinque mamme, tutte tra i trenta e i quarant’anni, hanno iniziato ieri la terza settimana insieme nello spazio di co-working allestito a Bologna nelle Serre dei Giardini Margherita, riqualificate ad hoc dall’associazione interdisciplinare di professionisti Kilowatt che ha avuto in affidamento la location dal Comune per 15 anni. Ma soprattutto questa è la terza settimana nella quale, per tre giorni e tre ore consecutive, portano i loro figli – dai 12 ai 24 mesi – al lavoro con sé, affidandoli alle due educatrici che si occupano di loro nella stanza affianco a quella dove le mamme scrivono, telefonano, mandano mail.
Un’idea innovativa che non risponde solo al bisogno di conciliazione, vista la scelta pedagogica che c’è alla base: “Siamo tutte mamme – spiega Alessandra – accomunate dall’idea di far vivere ai bambini lo spazio esterno molto di più di quello interno e di farli crescere a suon di giochi destrutturati”. Del resto qui non funziona come un nido classico: le mamme, quando vogliono, possono affacciarsi di là e passare un minuto con il proprio bambino, tenerlo qualche tempo con sé se la giornata non è delle migliori, consolare un pianto, dare un bacino. Un concetto di condivisione che nella peggiore delle ipotesi può anche far perdere una mezza giornata di lavoro alla mamma ma nella migliore significa lavorare tranquilli senza temere che l’educatrice, all’ora di uscita, ci dica che il bimbo oggi era ingestibile, cercava la mamma ed è rimasto tutto il tempo in braccio. E significa anche pranzare insieme ai propri bambini, visto che l’idea della somministrazione del pasto per ora non è contemplata.
Alessandra, che ha un bambino di due anni, per settembre ha in mente altri progetti: “Vorremmo che il cobaby funzionasse cinque giorni alla settimana, magari anche il sabato mattina e che fosse dedicato anche ai lattanti. Vorremmo anche lanciare il baby-bar, una sorta di aperitivo serale dove i genitori, anche esterni, possano venire con i propri figli. E poi aggiungere la terza educatrice”. Intanto, ci sono ancora due scrivanie disponibili: “Per accedere è necessario candidarsi. Il requisito fondamentale è avere un lavoro autonomo. Una mamma non può lasciare il bimbo qui e andarsene in ufficio: qui l’obiettivo è un altro. Chiaro che, se la mamma ha una riunione in città, può andare. Ma la sua base dev’essere il coworking delle Serre”.
Serre che danno possibilità di lavoro molto originali: dai vecchi semenzai, per esempio, sono state ricavate panchine dove mangiare ma anche lavorare: “Le prese elettriche sono in mezzo agli orti, uno scenario affascinante. Senza contare che il wi-fi copre anche tutta l’area esterna, così che noi mamme, se abbiamo bisogno di isolarci, possiamo andare fuori senza problemi”. Per ora, comunque, la condivisione funziona: “La mattina facciamo colazione insieme”.
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