Si chiama Sara Gamberini, ha 44 anni, lavora per alcune case editrici, abita in provincia di Verona, ha una figlia di nove anni di nome Miriam. Fin qui tutto bene, se non fosse che la donna, lunedì scorso, è stata costretta a nascondere sua figlia perché ha la pelle scura, avendo il papà africano. Il motivo, che Sara ha raccontato nel suo sfogo all’Huffington Post, è che Sara e la bambina stavano passando con l’auto davanti al presidio organizzato da Lega Nord e Forza Nuova ad Avesa, dove la famiglia vive e dove da qualche mese sono ospitati duecento profughi, per lo più africani.
La manifestazione anti-profughi (raccontata nei dettagli dalla donna) si è tenuta proprio davanti alla casa di Sara e Miriam. Un turbine di violenze dalle quali la 44enne ha scelto di allontanarsi, chiedendo consigli a un poliziotto: “Gli ho spiegato che mia figlia è africana e ho chiesto consiglio. Mi ha risposto che non spettava a lui prendere una decisione, che di persone pessime come quelle ne avremmo incontrate molte anche per strada a Verona. Però il suo linguaggio del corpo e un cenno di capo mi hanno fatto capire che avrei fatto bene a proteggerla”.
E così, Sara, si è sentita in obbligo di fare sdraiare Miriam sul sedile della macchina: “Non mi tiro mai indietro quando è il caso di protestare, di difendere qualcuno, soprattutto quando si tratta di diritti. Il fatto che io abbia deciso di nasconderla, per chi mi conosce, dice tutto. Ho spiegato a Mariam che avrebbe dovuto sdraiarsi velocemente e l’ho pregata di non alzare la testa per nessun motivo. Mi ha chiesto se la nascondessi perché è africana. Del resto Mariam ha ricevuto in tenera età il suo battesimo leghista, proprio alla scuola materna di Avesa, dove alcuni compagni più grandi l’hanno accolta il primo giorno di scuola salutandola con un: ‘È arrivata la negra’”.
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