Gravidanza, il “diritto al silenzio” delle donne al momento dell’assunzione

lavoro, computerNon comunicare la gravidanza al datore di lavoro al momento dell’assunzione non può essere considerata una giusta causa per licenziare la lavoratrice. La Cassazione, con una sentenza del 3 luglio che ha risolto il contenzioso tra una mamma e una società che l’aveva licenziata perché non aveva detto che era incinta, ha sancito di fatto nuovi diritti per le donne che lavorano. Il “diritto al silenzio” rispetto alla gestazione in corso protegge – almeno in teoria – le future mamme dai rifiuti di assunzione per il fatto che avranno o potranno avere dei bambini.

In realtà è una legge del 1971 (la 1204) a dire che è nullo il licenziamento ai danni di una lavoratrice in stato di gravidanza a partire dall’inizio della gestazione fino al compimento di un anno di vita del bambino.

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