Non comunicare la gravidanza al datore di lavoro al momento dell’assunzione non può essere considerata una giusta causa per licenziare la lavoratrice. La Cassazione, con una sentenza del 3 luglio che ha risolto il contenzioso tra una mamma e una società che l’aveva licenziata perché non aveva detto che era incinta, ha sancito di fatto nuovi diritti per le donne che lavorano. Il “diritto al silenzio” rispetto alla gestazione in corso protegge – almeno in teoria – le future mamme dai rifiuti di assunzione per il fatto che avranno o potranno avere dei bambini.
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