La maestra: “Insegnanti nei gruppi WhatsApp dei genitori? Un’ossessione”

whatsapp, telefonino adolescentiEducatori e insegnanti, nei gruppi WhatsApp di genitori, dovrebbero entrarci? Secondo T.P., insegnante di scuola dell’infanzia a Bologna, assolutamente no. Ma la fatica più grossa, per la maestra, durante tutto l’anno appena concluso è stato farlo capire alle due colleghe di sezione. Che si sono letteralmente ribellate all’ordine ricevuto dalla direzione della fondazione privata che gestisce il servizio (comunale), che a un certo punto ha detto stop, chiedendo che i gruppi WhatsApp restassero appannaggio della famiglie.

T.P., che ha tre figli di 14, 11 e tre anni, ne fa anche una questione di privacy: “Spesso, soprattutto di sera, arrivavano talmente tanti messaggi che era faticosissimo starci dietro e leggerli tutti. Il punto è che alcune comunicazioni di servizio passavano anche dal gruppo e io, che ho tre bambini e non avevo tempo e modo, quando ero a casa, di leggere tutte le conversazioni, spesso perdevo il filo. E la mattina dopo, quando arrivavo in sezione, mi capitava di non sapere le cose”. Non solo: “Gli insegnanti dovrebbero rimanere fuori da tutto quello che riguarda il pediatria di turno o le feste di compleanno. Ben venga la comunicazione con le famiglie ma per quel che riguarda la vita della scuola, non oltre”.

Quando la direzione ha sposato il pensiero di T.P., però, le colleghe hanno chiesto ai genitori di dar loro manforte nella battaglia per restare dentro il gruppo WhatsApp. E così, alla fine, le tre maestre non ne sono uscite: “Uno dei problemi principali che era emerso riguarda le foto dei bambini. Se si faceva una gita, c’era la pretesa di postare subito la fotografia dei bambini. O altri episodi simili. A volte, il gruppo, più che uno strumento utile, mi pareva una vera ossessione. Troppe le comunicazioni, troppi anche i ringraziamenti agli insegnanti, quasi morbosi”. Senza contare che da gruppo nasce gruppo: “Le mamme avevano anche creato un secondo gruppo escludendo appositamente la famiglia di un bambino considerato aggressivo. Anche qui avevano coinvolto le insegnanti. Per fortuna la cosa è durata poco ed è stato chiuso”.

T.P. è convinta che il personale insegnante debba stare al proprio posto, fare un passo indietro dalla mania social: “Non siamo amiche né confidenti dei genitori. Mi sono sentita dire dalle colleghe che non far parte del gruppo era come fregarsene. Non sono riuscita a far passare le mie ragioni e il mio pensiero. La direzione, per fortuna, ha detto che da settembre non se ne parla più: fuori gli insegnanti dai gruppi WhatsApp“.

 

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g