bavaglini, mensaNon sapeva nulla la bidella. Non sapeva nulla nemmeno la maestra storica. Eppure il Comune di Monte San Pietro, in provincia di Bologna, pare aver deciso: da settembre niente più servizio di pre e post scuola per i bambini che frequentano la scuola dell’infanzia (statale) di San Martino in Casola. Sul sito dell’Istituto comprensivo non è stata ancora tolta l’informazione sull’orario prolungato: dalle 7,30 alle 17,30 invece che dalle 8,30 alle 17. Claudia Martinelli, blogger di La Mora Romagnola e mamma di un bambino che frequenta la materna in questione (anche se non utente del pre-post scuola), ha ricevuto martedì scorso la segnalazione da una delle mamme coinvolte dal taglio. La comunicazione dell’Amministrazione alle famiglie, infatti, porta la data del 22 luglio: “Tardi, troppo tardi viste le iscrizioni chiuse”.

Il Comune, infatti, già dall’inizio dell’anno sapeva che dei 21 bambini che comporranno da settembre la classe unica della materna, alcuni (nell’anno appena concluso erano sei) avrebbero avuto tassativo bisogno di entrare prima o uscire dopo l’orario canonico per esigenze lavorative dei genitori. Una lettera è già stata inviata al sindaco e all’assessore competente. Intanto, le famiglie colpite hanno provato a informarsi per trovare una soluzione alternativa: “Le scuole vicine, però, non hanno posti disponibili oppure sono distanti. C’è una scorciatoia attraverso una strada molto pericolosa che attraversa il Monte San Lorenzo, stretta e soggetta a smottamenti”. Nemmeno uscendo dal Comune, pare esserci un’alternativa: “I genitori hanno chiesto anche a Ponte Ronca ma di posti liberi, al momento, non ce ne sono”.

Messo da parte per un attimo il disagio che i bambini potrebbero vivere in caso di trasferimento, c’è anche un problema collegato: nel caso i piccoli che usufruiscono di pre e post dovessero cambiare scuola, la classe rimarrebbe con circa 15 bimbi o poco più. E nell’aria c’è già la preoccupazione che possa chiudere del tutto.

Il caso di San Martino in Casola confligge, inoltre, con la discussione avviata in sede regionale sulla necessità di una sempre maggiore flessibilità dei servizi educativi, cosa auspicata anche dal vicepresidente Elisabetta Gualmini.