Baciare i figli sulla bocca? Da evitare. La psicologa che fa discutere

mamma e figlioIntorno all’argomento, in genere, il mondo si divide: è bello, giusto, igienico, affettuoso baciare i propri figli sulle labbra o, al contrario, è brutto, sbagliato, anti-igienico e addirittura erotico?

Sul tema arriva ora il monito della psicologa americana Charlotte Reznick che sta facendo discutere per la tesi sostenuta nel libro “The power of your child’s imagination”: baciare i propri bambini sulle labbra sarebbe sessualmente stimolante per i più piccoli e, quindi, da evitare.

La Repubblica ha allora interpellato Silvia Amendola, psicologa clinica del Bambin Gesù di Roma, secondo la quale la bocca, quando i bambini non sono più piccolissimi, andrebbe evitata, così come altri comportamenti tra i quali girare nudi per casa, toccare i figli nelle patri intime se già sanno lavarsi da soli, lasciarsi andare a effusioni davanti a loro.

E la pensano così anche altri neuropsichiatri intervistati: siccome affetto ed erotismo, oggi, sarebbero troppo difficili da tenere separati, meglio non baciare i bimbi sulla bocca.

E voi, che cosa ne pensate?

In questo articolo ci sono 2 commenti

Commenti:

  1. Penso che un bacio, comunque esso sia, tra genitori e figli è un buon gesto di amore. Aiutare nell’igiene personale deve intendersi come un gesto di interesse asettico.
    Girare nudi per casa, effusioni (e dipende da quali effusioni) sono una cosa diversa.
    Il significato che diamo a queste cose dipende sempre dal punto di vista di un adulto. Per un figlio un bacio è un bacio e penso proprio che possiamo essere liberi di scambiarlo fugacemente sulle labbra o sulla fronte o su una spalla senza cadere nel discorso stimolante o meno.

  2. Il monito di Charlotte Reznick giunge finalmente a esplicitare e chiarire qualcosa di molto importante e di troppo implicito nello stile familiare e sociale, soprattutto italiano; qualcosa di talmente implicito da diventare opaco e da consentire a molti genitori, nonni e care givers, atti affettivi obliqui e vischiosi spacciandoli per tenerezze. Baciare i figli sulla bocca è rubare loro una intimità che non è riservata ai genitori ma al loro futuro. Significa varcare un confine sacro e violarlo. Il punto, ovviamente, non è colpevolizzarsi ma comprendere. Ciò che non è compreso viene agìto e anche “razionalizzato” con motivazioni edificanti: ogni educazione intrusiva si avvale di questa contraffazione. Ricordo una signora anziana, nonna di un mio amico, che ancora a 80 anni salutava il figlio sessantenne baciandolo sulle labbra: non c’era nulla di tenero in questo gesto. Era leggermente disgustoso e rivelava una imperiosa e patologica possessività di quella madre che a sua volta, per ragioni che non possiamo sapere, aveva utilizzato il figlio come un suo feticcio. La tenerezza, al contrario, ha un rispetto immenso dei confini, dell’intimità e dello spazio corporeo dell’altro e del figlio. Ciò si può notare in mille gesti quotidiani: non solo baci e carezze possono essere somministrati in modo intrusivo, ma anche gli sguardi, l’atto di fotografare, di rivolgere le domande, di dare il cibo, di dare le medicine, di lavare, di far addormentare… La tenerezza fa bene ai bambini e agli adulti perché si muove sempre nel rispetto dei confini corporei e identitari dell’altro. La falsa tenerezza fa male perché annulla i confini e si insedia nel territorio dell’altro per asservirlo alla sua vampirizzazione. Sandor Ferenczi ha scritto un bellissimo testo al riguardo che si intitola: “Confusione di lingue tra gli adulti e il bambino. Il linguaggio della tenerezza e il linguaggio della passione” (1932).

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