I capisaldi pedagogici sono l’outdoor education, che tra l’altro è da poco entrata a far parte di specifiche linee guida del Comune di Bologna, e la letteratura per l’infanzia. Per il resto, via libera a tutte le declinazioni del concetto di community: dal pranzo in condivisione con le mamme ad alcune attività didattiche che contemplano anche i genitori. Questo il modello sperimentale di servizio educativo progettato da Kilowatt, l’associazione di professionisti che ha in gestione le Serre dei Giardini Margherita di Bologna, all’interno delle quali è nato uno spazio di co-working per mamme che, in giugno e luglio, ha fatto le prove generali di Kilowatt Baby, che chiamare nido è un po’ fuorviante per molti motivi: perché i bimbi sono a pochi metri di distanza dalle mamme, perché mangiano con loro, perché gli orari sono più flessibili rispetto a un servizio tradizionale. La flessibilità in entrata e in uscita (con possibili estensioni d’orario anche di sabato) è infatti un altro dei pilastri del progetto, che si rivolge a libere professioniste, nuove imprenditrici, donne che sono appena rientrate nel mercato del lavoro dopo la maternità e che, quindi, di conciliare ne hanno bisogno fin sopra i capelli.

Nicoletta Tranquillo è la project manager del progetto e in questi mesi sta dialogando con le istituzioni – Comune e Regione – per arrivare all’autorizzazione del nuovo servizio, che non è classificabile in nessuno di quelli elencati nella legge 1 del 2000: non è un nido, non è un piccolo gruppo educativo, non è un centro bambini e genitori, non è un baby parking. Piuttosto, è qualcosa di trasversale, molto nuovo, sicuramente elastico. Per il momento pensato per i bimbi in età 1-3 anni ma con l’idea di arrivare a coprire la fascia di età fino alla soglia della scuola elementare: “Finora abbiamo registrato grande curiosità e interesse intorno alla nostra proposta, speriamo che l’iter burocratico proceda”. Kilowatt, che intanto guarda oltre, sta infatti già cercando almeno altre due mamme interessate a lavorare alle Serre e a far frequentare eventualmente ai propri figli lo spazio in questione.

Dove esiste già il nucleo di una prima biblioteca. Marcella Terrusi, docente all’ISIA di Urbino e ricercatrice del Centro di Ricerca in Letteratura per l’infanzia (CRLI) dell’Università di Bologna, è infatti la referente del progetto per la parte relativa ai libri. E oltre a stilare una lista di albi illustrati per la lettura ad alta voce ai bambini, si occupa delle formazione specifica a genitori ed educatrici.