Antibiotici in gravidanza: ecco quando si può

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L’Agenzia del farmaco aggiorna le informazioni sugli antibiotici in gravidanza. Nuovo studi e nuovi test hanno dato il via libera a diverse sostanze sotto stretto controllo medico. “Quando necessario è possibile non solo assumere farmaci in gravidanza – scrive l’Aifa sul proprio sito – ma anche ricorrere agli antibiotici, sempre per patologie non di natura virale, dietro prescrizione del medico e seguendo scrupolosamente dosi e durata della terapia”.

E ancora. “Alla data del 25 novembre scorso, sono stati rivisti gli studi e le evidenze di alcuni antibiotici impiegati anche in gravidanza per il trattamento di infezioni di natura batterica. Le pagine delle schede tecniche di acido clavulanico, amoxicillina, ampicillina, azitromicina, clindamicina, claritromicina, eritromicina sono state pertanto aggiornate nelle informazioni sui possibili effetti che i farmaci a base di tali sostanze possono causare alla donna e al feto”.

Tutti questi principi attivi sono utilizzati per il trattamento di patologie quali febbre e iperpiressia  ma anche coriamniosite, litiasi biliare, malattie croniche intestinali, terapie odontoiatriche, rottura prematura delle membrane amniocorali, vaginite. L’amoxicillina e l’ampicillina sono considerati gli antibiotici di prima scelta in gravidanza, mentre la clindamicina, indicata ad esempio per il trattamento della coriamniosite  è da utilizzare qualora la somministrazione di penicilline, cefalosporine e macrolidi non sia efficace, quindi in seconda battuta.

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