Questa storia sta imperversando sui media del Nord Est e in pochi giorni è già diventata leggendaria. Perché, diciamocelo, tutti noi credevamo che le cinture di castità appartenessero al Medio Evo assieme alle giostre, ai draghi, ai cavalieri e alle principesse e che certe vicende ormai fossero scomparse.
E invece, come dimostra quel che è successo mercoledì mattina a Padova, c’è sempre l’eccezione che conferma la regola. Dunque, al comando dei vigili del fuoco della città veneta arriva una telefonata con una richiesta che di primo acchito non ha niente di strano: “Potreste aiutarmi? Ho perso le chiavi di un lucchetto, non riesco più ad aprirlo”. Dall’altro lato della cornetta una voce femminile appartenente ad una signora di mezza età che, quando i pompieri sono arrivati al suo domicilio, ha mostrato, appunto, una cintura di castità. Una ‘maschera’ di ferro che sigillava i genitali e che ha provocato non poco imbarazzo nella proprietaria specie alla vista degli sguardi (inevitabilmente!) maliziosi del personale del 115.
Naturalmente liberare la donna non è stato un problema. Piuttosto le difficoltà sono arrivate quando la protagonista di questa storia ha cercato di fornire una spiegazione plausibile: un gioco erotico? una maniera antiquata ma pur sempre efficace di resistere alle tentazioni? Su questo i vigili del fuoco, che sono uomini di mondo, anche se hanno saputo qualcosa hanno mantenuto il più stretto riserbo. In fondo di materiale ce n’è già abbastanza per farsi due risate piuttosto a lungo…
Qui la versione del Mattino di Padova.
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