“La dieta mediterranea è la migliore”. “Seguite la dieta mediterranea”. Ormai l’espressione è diventata una sorta di mantra salutistico, a nessuno (o quasi) viene in mente di contestare le abitudini alimentari delle nostre latitudini. Eppure, al di là delle petizioni di principio, vi sono molti interrogativi. Pare strano ma è proprio così. In Italia, il Paese dove di fatto è stata codificata l’espressione, alla prova dei fatti la confusione in materia regna sovrana. A lanciare l’allarme sono i biologi nutrizionisti, ascoltati in Commissione agricoltura del Senato, dove è in esame un disegno di legge che prevede, appunto, la promozione della dieta mediterranea.
I benefici associati alla dieta mediterranea (corretta nutrizione, prevenzione di tumori e di malattie cardiovascolari) rischiano di essere vanificati dalla conoscenza approssimativa dell’argomento e da un pericoloso fai-da-te. Ecco perché gli esperti chiedono corrette linee guida scientifiche.
Le insidie della dieta mediterranea ‘male interpretata’ sono, come sottolineano i biologi nutrizionisti, “l’uso frequente di carboidrati complessi” e “di cibi semilavorati che utilizzano coloranti, grassi animali, antiossidanti, acidificanti, condimenti non di prima qualità” nonché il tipo di cottura: “Serve a poco mangiare tanta verdura se viene bollita e ripassata, perché la perdita di nutrienti è significativa”.
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