A 17 anni sogna di diventare come Roberto Bolle. Ce la può fare perché ha talento, determinazione e una marcia in più: ha sconfitto un cancro. La storia del riminese Matteo Magalotti, classe 1999 è raccontata da Francesco Pagnini sul sito dell’Ausl Romagna. Il ragazzo ha deciso di rendere pubblica la sua lotta contro la malattia in occasione della Giornata internazionale del cancro infantile. Una storia commovente, una testimonianza che incoraggia e dà una speranza in più alle famiglie e ai piccoli colpiti da patologie oncologiche.
Matteo ha la danza nel sangue, l’ha scoperto a 5 anni. A 8 però i medici gli trovano un linfoma non Hogkins dopo un controllo accurato all’Infermi: il bambino aveva qualche linea di febbre, con gola ingrossata e affaticamento. Un malessere persistente che meritava di essere approfondito e che lo porta ad un lungo ricovero in Oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Rimini: “Trascorsi in ospedale il mio nono compleanno, il 6 gennaio 2008, e rimasi ricoverato per sei mesi continuativi, fino al 3 giugno”, racconta Matteo al sito dell’Ausl Romagna.
Una strategia d’attacco che si rivela vincente: già al secondo ciclo di cure il male sparisce. Progressivamente Matteo comincia a diradare i controlli: adesso deve farne uno ogni anno. Nel frattempo torna a danzare e a cimentarsi con successo nel balletto classico, disciplina per la quale nutre una particolare predilezione. E’ così bravo che a 13 anni viene selezionato in tre accademie: quella di Firenze, una di Cannes, in Francia, e quella prestigiosissima dell’Opera di Vienna. Decide di fare il grande salto e si trasferisce in Austria dove vive tuttora (torna in Romagna solo per le vacanze) sottoponendosi a una dura disciplina. Sveglia presto per cominciare a danzare di primo mattino. “Studiamo fino alle 12,30 – racconta -. Poi pranziamo e dalle 13,50 fino alle 18 frequentiamo le scuole superiori, sempre all’interno dell’Accademia. A volte dobbiamo studiare anche di sera, e quando siamo vicini ad esami o spettacoli, il sabato”. I risultati arrivano, eccome: “Mi sono aggiudicato una borsa di studio grazie alla quale ho frequentato una prestigiosa summer school di danza a San Francisco. “Credo che la mia vita non avrebbe senso senza la danza. Voglio farne il mio lavoro e, certo, ho anche un sogno, di arrivare al livello di fama di Roberto Bolle”, spiega.
Quanto al cancro, “l’esperienza della mia malattia non è stata solo una cosa negativa. Mi ha maturato molto, mi ha aiutato a crescere e mi ha dato una carica in più che mi è servita anche nel mondo della danza e nella decisione di partire per Vienna a 13 anni. E’ stata dura certo… Vedere mia madre, che mi è stata sempre vicino, che passava le giornate in ospedale con me e che di notte piangeva… Ma quell’esperienza è stata, a suo modo, un trampolino di lancio per la vita. E mi sento anche pronto a raccontarla perché è parte di me, e per aiutare i bambini e i ragazzi che hanno una malattia oncologica: non solo la malattia la si può vincere ma, con l’aiuto del personale medico e sanitario e delle persone care, la si può anche piegare a proprio vantaggio. Ora posso dire che senza quell’esperienza non sarei quello che sono”.
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Commenti:
Grazie x la vostra testimonianza. Sono una mamma di una ragazzina che all’età di tre anni gli e stata riscontrata la Leucemia Linfoblastica Acuta. Ora sta bene e anche lei fa i controlli una volta all’anno. Fa danza classica anche lei, e nei vari concorsi viene spesso notata x le sue qualità e mi dicono che promette bene. A me però spaventa moltissimo quel mondo! Un abbraccio forte a Matteo e sono certa che raggiungerà il suo obbiettivo, due abbracci alla mamma…e se ha qualche consiglio da darmi e ben accetto. Sus
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