bambina con il papàLe coppie omosessuali, l’ombra del “gender”. Ma possibile che sia diventata l’unica lente d’ingrandimento dalla quale osservare il mondo? La polemica ora impazza intorno al caso della scuola dell’infanzia di Milano che ha abolito la festa del papà. Motivazione ufficiale: due bambini che frequentano il servizio hanno due mamme. E per non urtare la loro sensibilità, meglio fare a meno di bigliettini e lavoretti “al maschile”.

Una novità? Niente affatto. Altre scuole hanno fatto la stessa scelta tempo fa. Romagna Mamma, per esempio, ha raccontato nel 2013 il caso della scuola privata cattolica (ebbene sì, cattolica) di Ravenna San Vincenzo De’ Paoli, che ormai da una vita ha tolto di mezzo festa della mamma e festa del papà: “Una bimba perse la mamma – ci disse la dirigente Claudia Casadio – e per evitare di ricordarle il suo dolore, decidemmo di abbandonare l’abitudine di lavorare intorno alla festa della mamma e del papà. Piano piano abbiamo allargato a tutte le classi e a tutta la scuola, dalla materna alle medie, questa decisione”. Nessun genitore, strano ma vero, si è mai opposto: “Anzi, ci hanno fatto i complimenti per la sensibilità che avevamo avuto. Del resto ci sono capitati e ci capitano bambini orfani, figli di separati, bimbi inseriti in famiglie allargate. Ci sembra giusto non concentrarci troppo sulle figure della mamma e del papà. Abbiamo ripiegato su lavori che riguardano la famiglia”.

Ora, è un concetto così complicato da capire? Romina Tusoni, mamma di cinque figli (noi l’abbiamo intervistata qui), è vedova da poco. E sul caso ci ha detto parole semplici quanto incisive: “L’abolizione della festa della mamma o del papà dovrebbe essere solo questione di sensibilità. Uno dei miei figli ha problemi solo nell’affrontare un racconto del tipo ‘Luca gioca con papà’, figuriamoci a pensare alla festa del papà”.

E se proprio la sensibilità non è il vostro forte, guardate ai numeri. In Emilia-Romagna aumentano le famiglie formate da un solo genitore: circa 182mila, l’82% delle quali vede la presenza della madre quale unico genitore. Che l’altro genitore viva altrove o non ci sia, non è dato sapere. Ma sicuramente è un dato a cui prestare attenzione dentro una scuola.