La prima pietra è stata posta lo scorso 20 ottobre nel piazzale Federico Fellini e in tempo brevissimo il lavoro è stato ultimato: a giorni, a Rimini sarà inaugurato il Parco giochi inclusivo, in cui tutti i bambini potranno giocare insieme senza “limiti e confini”. Ci saranno un grande scivolo a forma di drago marino con piccoli dislivelli e rampe accessibili, aree senza barriere e senza divisioni, percorsi per bambini ipovedenti, percorsi tattili, vasche rialzate per l’orticoltura, scivoli a doppia pista. Un’area, dunque, dove le disabilità fisiche e sensoriali di ogni bambino non faranno da ostacolo al gioco e all’interazione con gli altri.
Il parco è stato fortemente voluto da Elvira Cangiano, mamma di due bambini affetti da una malattia genetica rara e in sedia a rotelle. Ed è proprio la signora Cangiano che in una lettera aperta ripercorre la genesi della struttura e ringrazia chi si è battuto per realizzarla. “Tutto ebbe inizio il 19 dicembre 2012 con una mozione approvata dal Consiglio comunale – racconta -. Per una madre di due figli sulla sedia a rotelle, come me, fu il più bel regalo di Natale che potessi mai ricevere. Oggi devo ringraziare il sindaco di Rimini Andrea Gnassi sia per aver mantenuto una promessa, sia per averlo realizzato molto più bello di quanto avrei potuto immaginare”. Ed ancora: “Un grazie speciale a Carla Franchini, che come mamma e consigliere, ha voluto sognare insieme a me presentando quella mozione al Consiglio comunale”. Ed ancora: “Grazie alle persone e alle associazioni che hanno contribuito alla progettazione, al designer Fabio Casadei, agli architetti del Comune ed in particolare all’architetto Bastianelli, ad Anthea e a tutti quelli che lavorando con passione e grande professionalità hanno reso questo parco una realtà bella e speciale”.
Ma non è finita, la signora Cangiano adesso chiede un ultimo piccolo sforzo: “Ora che quella mozione è diventata emozione e realtà, al sindaco di Rimini, chiedo ancora una cosa: mi aiuti a contribuire al ‘contagio’ affinché questo parco giochi – prerogativa di pochissimi Comuni in Italia – diventi una vera e propria epidemia nazionale“.
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