calcioChi non fa gol non fa l’amore. Si potrebbero sintetizzare così i risultati di un recente studio, parafrasando un celebre brano di Adriano Celentano. Una ricerca serissima e sentitissima perché, perbacco, qui c’è in gioco l’identità nazionale: il pallone e il gallismo latino. Che cosa c’è rimasto di secoli di cultura, di scienza, di scoperte, di tradizioni? Dunque, il discorso è molto semplice: il calcio fa bene al sesso. Non il minerale, proprio il gioco più amato dagli italiani. A sostenerlo è una ricerca che finalmente potrebbe mettere d’accordo uomini e donne su uno degli argomenti dai quali sono maggiormente divisi. Lo studio, condotto dalla Società italiana di andrologia su un campione di 15 mila ragazzi di età compresa tra 18 e 20 anni, ha rivelato che i giovani che giocano a calcio regolarmente (bastano 45 minuti per due o tre volte a settimana) hanno un 40% di rischio in meno di soffrire di disturbi sessuali come disfunzione erettile ed eiaculazione precoce rispetto ai coetanei che non praticano alcuna attività fisica.

“Il miglioramento della circolazione si ripercuote su una miglior funzionalità sessuale favorita anche dalla produzione di mediatori chimici come le endorfine e dall’incremento della sintesi di testosterone”, rende noto Giorgio Franco, presidente della Sia. E gli altri sport? “Praticare qualunque attività soprattutto aerobica è positivo per il benessere generale e sessuale e non ci sono sport che fanno male all’amore – prosegue l’esperto -. I nostri dati mostrano però che il calcio risulta particolarmente benefico soprattutto a confronto con altri sport che invece, come già dimostrato da altri studi, potrebbero essere potenzialmente ‘a rischio’ per la fertilità o la sessualità come il ciclismo, l’equitazione, il motociclismo per il traumatismo cronico sulla regione o sport che espongono a traumi acuti come le arti marziali o la boxe”. Beati i bomber, allora (e le veline). O no?!