Trentasette anni sono passati dalla fondazione dell’Istituto Oncologico Romagnolo. All’epoca la Romagna era il territorio con il più alto tasso di mortalità per cancro. Oggi, dopo aver investito oltre 65 milioni di euro in progetti di ricerca, assistenza, attrezzature mediche scientifiche, campagne di screening e di educazioni ai corretti stili di vita, è il territorio dove si sopravvive di più dal cancro rispetto alla media italiana ed europea.
Lo IOR con i suoi 1.000 volontari e le decine di migliaia di sostenitori in questi anni ha sostenuto la creazione di sette reparti oncologici, tre Day Hospital e otto Hospice in Romagna, così come ha ideato ed è il principale finanziatore di uno dei più avanzati centri di ricerca in Italia: l’IRST IRCCS. Ha formato con le borse di studio IOR oltre 235 professionisti, tra medici e ricercatori. Ha coinvolto oltre 122.000 studenti romagnoli nelle sue campagne di educazione ai corretti stili di vita. Ha assistito gratuitamente oltre 40.000 pazienti romagnoli con i suoi servizi.
L’Istituto si caratterizza dalla parola vicinanza: ai pazienti e ai loro famigliari in un momento difficile della vita, prossimità garantita da personale medico preparato e dai volontari. Vicinanza a medici e ricercatori grazie alle campagne di raccolta fondi per sostenere i grandi progetti di ricerca e assistenza. Vicinanza ai giovani nel promuovere stili di vita corretti. Se lo IOR è nato, nel 1979, come un’associazione di persone che volevano dare risposta ad un bisogno, nel tempo è diventato sempre più sinonimo di “vicinanza al paziente”, ne sono testimoni tutti i pazienti che hanno sconfitto il cancro.
“Vicino a chi soffre e insieme a chi cura” è il nuovo motto che lo IOR ha lanciato in questi giorni con un importante campagna di comunicazione che vede medici, volontari ed ex pazienti farsi testimonial dell’Istituto. Volti veri, puliti e sinceri che avranno il compito di sensibilizzare la cittadinanza sul lavoro svolto e sul lavoro che ci attende. In TV, sui giornali, nei manifesti, in radio, sul web e sugli autobus sono presenti questi volti, i loro sorrisi appena accennati racconteranno in modo autentico la consapevolezza e l’orgoglio di far parte dell’Istituto Oncologico Romagnolo.
L’Istituto Oncologico Romagnolo ringrazia di cuore i testimonial Fabio, Claudia, Piero, Alessandra, Sara, Luca, Nevio, Amelia e Valentina. Persone semplici e professionisti affermati uniti dalla convinzione che presto il cancro sarà sconfitto.
Questi i testimonials di Forlì – Cesena
Fabio Falcini, medico oncologo U. O. prevenzione oncologica Forlì è anche Coordinatore del Comitato Consultivo Medico Scientifico IOR. Nel 1978, al secondo anno di medicina ha conosciuto il prof. Amadori e dal quel momento ha iniziato a lavorare con lui. Qualche anno dopo è diventato il primo medico borsista dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Per il dott. Falcini investire in prevenzione significa dare un futuro migliore alle prossime generazioni.
Piero Naldini è diventato Volontario dopo essere andato in pensione. Ormai sono vent’anni che si dedica agli altri con passione e umiltà. Da allora è sempre presente alle manifestazioni dell’Istituto seguendo la logistica e aiutando gli altri volontari nell’organizzazione. Ogni giorno con il suo lavoro è vicino alle famiglie durante le esequie dei loro cari, quando destinano le offerte in favore dello IOR e dell’IRST IRCCS.
Claudia Rossi è una volontaria IOR da quasi 3 anni, da quando ha sconfitto un tumore al seno. Insieme agli altri volontari di Cesena si occupa delle manifestazioni di piazza e di raccolta fondi. Claudia è una donna forte, coraggiosa e decisa, ma allo stesso tempo molto dolce e generosa.
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