Allargare la propria cerchia di amici e conoscenti? Migliorare il proprio network lavorativo? Risparmiare sui costi del pranzo o della cena? Trovare l’amore? Quante domande per una sola risposta. Un’impresa, trovarla. Anzi, una startup. L’hanno creata sette ragazzi emiliano-romagnoli, perlopiù studenti dell’Università di Bologna. La loro idea si chiama “BOnissimo” ed è sostenuta da “BonEATo“, un’associazione culturale fresca fresca di nascita. “Ci siamo costituti ufficialmente a gennaio di quest’anno – racconta il presidente di “BonEATo”, Francesco Mondardini, cesenate, 25 anni, neolaureato con lode in Economia – anche se l’idea era in cantiere da tempo”.
Mondardini, di che cosa vi occupate?
“La nostra idea rappresenta il primo tentativo in Italia di realizzare un servizio di ‘social eating’ per studenti. Per chi ancora non ne avesse sentito parlare, il social eating studentesco rappresenta un’esperienza di condivisione della propria tavola di casa insieme a ospiti paganti, nella fattispecie, trattasi di altri studenti. Oltre che di un’occasione per socializzare, si tratta di una possibilità, offerta agli universitari appassionati di cucina e non, di ottenere un rimborso spese che garantisce un aiuto a sostenere le spese vive e di alloggio”.
A chi si rivolge il vostro servizio?
“‘BOnissimo’ vuol diventare, prima di tutto, un mezzo di aggregazione per gli studenti universitari. Alla base di ciò, c’è la spiccata voglia di socializzare e condividere esperienze, propria della maggior parte dei ragazzi che vivono l’età universitaria, e la loro forte propensione al risparmio, caratteristica purtroppo, oramai endemica tra i più giovani, a causa della crisi economica che li ha colpiti”.
Come riuscirete a diffondere quest’ultima frontiera della sharing economy?
“Il servizio che offriamo non ha precedenti nella storia. Per questo, abbiamo recentemente pubblicato un video che ne spiega le caratteristiche fondamentali. Ora, stiamo raccogliendo i fondi per poter dare vita al nostro progetto. Attraverso il riferimento al nostro crowdfunding chiunque può aiutarci con una piccola donazione”.
Ma che cosa dicono le altre persone che insieme a Mondardini hanno promosso questo progetto? “Mi sono occupato di tradurre, grazie alle immagini del video che ho girato per ‘Bonissimo’, un concetto totalmente innovativo, come quello del social eating, in un cortometraggio di grande effetto – afferma Enrico Chiudinelli, regista dello spot. “Come artista, inoltre, ho apprezzato la genuina ospitalità del gruppo con cui ho lavorato, effettivamente degna dei fautori del social eating studentesco”. Gian Luca Cairo, vicepresidente dell’associazione e bolognese doc, avverte: “Bologna ha subito negli ultimi anni un preoccupante processo di desocializzazione. L’ospitalità tipica emiliana ha sempre più lasciato spazio a un fioccare di piccoli gruppi sociali dalla mentalità ristretta. Noi ci proponiamo di invertire la tendenza di questo processo”. Chiara Montalti, filosofa ed esperta cuoca di dolci, commenta il servizio dandone un tocco di romagnolità: “Sburoun!”.
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