Rivoluzione rosa all’Università di Bologna. Come ha voluto la prorettrice e linguista Chiara Elefante, da domani in tutti i documenti saranno inseriti i nomi di ruoli e cariche al femminile: professoressa, ricercatrice, direttrice di dipartimento.
Come scrive La Repubblica, cambiare il linguaggio metterà di cero in evidenza la disparità di genere nel corpo docente, visto che nel 2015 le professoresse ordinarie erano 142 contro 514 colleghi maschi.
Parità, invece, tra gli studenti e ai livelli iniziali della carriera accademia, dove a fronte di 498 ricercatori, ci sono 460 ricercatrici.
Chiara Elefante ha messo in conto critiche e resistenze: “Vogliamo contrastare il conservatorismo nella lingua per demolire stereotipi inconsci spesso introiettati dalle stesse donne”.
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