Un’epidemia che si protrae, almeno nel Ravennate, da almeno tre o quattro mesi. E che non cessa di diffondersi: è quella della varicella, una delle malattie esantematiche più frequenti, che sta tenendo a casa dal nido e dalla scuola dell’infanzia parecchi bambini. A confermarlo, dopo le segnalazioni di parecchi genitori, è Leonardo Loroni, uno dei pediatri più conosciuti in provincia: “Un’epidemia che si sposta di continuo, dal mare alla città, poi verso Russi, e che sta risparmiando ben pochi dei bambini che non l’hanno contratta prima”.
La varicella è tipica, comunque, del periodo primavera-estate: “Bene o male tutti gli anni si ripete la stessa storia. Ecco perché io consiglio la vaccinazione: sia per i tempi di ripresa che per la depressione del sistema immunitario alla quale porta, la varicella non è una passeggiata. Sarebbe meglio, nella vita, non prenderla. Io, da pediatra esposto di continuo al rischio, non l’ho mai contratta. Capita che ci si immunizzi anche senza averla mai presa”.
Negli ambulatori pediatrici, però, la varicella non arriva così di frequente: “I genitori sono ormai molto bravi a diagnosticarla. Nel dubbio mandano al medico una foto dell’eruzione del bambino, magari su WhatsApp o via mail. E risolvono la questione in pochi minuti”. Dopodiché, via libera agli antistaminici per alleviare la sensazione di prurito, all’antiepiretico se il bambino presenta febbre sopra i 38/38 e mezzo, alle lozioni che velocizzano il passaggio delle vescicole a crosticine.
La varicella è anche molto contagiosa: “Un bimbo che oggi ha le prime bolle, ieri era contagioso e l’altro ieri no. Lo sarà per quasi una settimana, per tutta la fase dell’eruzione. A casa dall’asilo o da scuola deve rimanere per circa dieci giorni”. L’incubazione della malattia, invece, varia dai dieci ai venti giorni. E sono varie anche le forme in cui la si può contrarre: “C’è chi ha poche vescicole e poco malessere, chi si riempie di bolle e ha la febbre altissima”.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta