Era terrorizzato dall’idea di dover diventare il papà di un bimbo malato: è quanto emerge sul conto si A.D.E., l’uomo che lo scorso 31 maggio a Bazzano ha avvelenato la fidanzata incinta, con l’intenzione di farla abortire. Come scrive La Repubblica, dalla confessione dell’uomo si capisce senza mezzi termini che la sua intenzione era quella di “uccidere il bambino”, non la compagna, pur nella consapevolezza che anche lei “avrebbe potuto riportare conseguenze anche gravi”.
Il piano dell’uomo aveva piano piano preso forma nella sua testa dopo l’amniocentesi, che aveva rivelato come il figlio sarebbe nato con problemi, vista la patologia di cui soffre la madre, la sindrome della X fragile, malattia genetica che provoca ritardo mentale: “Pensavo che mio figlio sarebbe stato debole e che sarebbe stato preso di mira dagli altri bambini come vedo fare nel mio lavoro di autista di scuolabus”.
L’uomo ha così comprato il primo flacone di detergente per lavastoviglie ma dopo qualche giorno l’ha buttato via. Poi ne ha acquistato un altro e ha fatto le prove con la coca cola. Fino a che ha preparato la bottiglia fatale, mischiando il detersivo alla bibita e invitando la compagna a berla per superare i problemi digestivi. La donna ha riportato profonde ustioni all’esofago e allo stomaco. Ma la miscela ingerita avrebbe potuto uccidere sia lei che il bambino.
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