Genitori dello stesso sesso, adolescenti alle prese con il coming out: nasce la rete di psicologi e avvocati

mamme omosessuali
Un bambino con due mamme

Si ispira alle Rete Lenford, che raccoglie gli avvocati vogliosi di diffondere una cultura del rispetto dei diritti delle persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali). Ma questa volta, la dimensione è locale, in particolare romagnola. Lo psicologo Michele Piga è il referente di IntegrAzione, un servizio che mette a braccetto psicoterapeuti e avvocati per rispondere alle esigenze – spesso complesse e, appunto, intrecciate – delle persone omosessuali (e non solo). La rete verrà presentata ufficialmente questa sera alle 19 durante un aperitivo organizzato al Beat Cafè di Ravenna (via Nigrisoli 5) gestito, non a caso, da una coppia di donne, Gloria Baietti e Giulia Fabbroni, che qualche tempo fa, a Romagna Mamma, hanno voluto raccontare la loro storia familiare.

Della rete fanno parte per ora l’avvocatessa Lisa Rossi di Forlì e gli psicoterapeuti Andrea Spada, Maria Grazia Castiglione, Davide Casto (per il Forlivese) ed Enrica Carli (per Faenza). Il raggio d’azione del progetto, infatti, per ora è sulle province di Ravenna e Forlì-Cesena, senza esclusione alcuna per chi viene da fuori: “Il nostro obiettivo – spiega Piga – è consentire alle persone che devono affrontare il coming out o gestire le relazioni all’interno di un contesto omogenitoriale, o che hanno subito una discriminazione in ambito lavorativo o scolastico, di avere delle consulenze professionali integrate. In Italia, dal punto di vista giuridico, le cose si stanno muovendo, come abbiamo visto con l’approvazione della famosa legge Cirinnà. Il problema è che la società non è ancora pronta ad accogliere il cambiamento a tutti i livelli”.

La filosofia di fondo di IntegrAzione è che aspetti giuridici e benessere psicologico siano legati da un doppio filo. Lo sottolineano spesso anche le associazioni con cui la rete collabora, come “Un secco no” di Forlì, che ha fatto presente, visti i tanti universitari presenti in città, come la fascia di età dopo le scuole superiori sia parecchio critica per le persone non eterosessuali: “Quando ragazzi e ragazze si allontanano dal proprio luogo di origine, magari molto provinciale, e dalle proprie famiglie, si ritrovano a dover gestire il momento del coming out in maniera molto più allargata e visibile, a doversi conoscere meglio e riconoscere, a doversi accettare a farsi accettare”. Per gli studenti, non a caso, i professionisti della rete hanno pensato a tariffe calmierate.

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