Poco tacco e marmellate: domenica il “sì” di Elena e Deborah

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Da sinistra Elena Vanni e Deborah Piccinini

Niente confetti, niente abito bianco. Solo marmellate al posto delle bomboniere e qualche centimetro di tacco. Saranno 108, domenica pomeriggio al Comune di Castel San Pietro e poi in un agriturismo di Conselice, gli invitati al “matrimonio” di Elena Vanni, 46 anni e Deborah Piccinini, 45.

Le due donne, che convivono da due anni, saranno la prima coppia a unirsi civilmente – in virtù della legge Cirinnà approvata lo scorso 11 maggio – nel Bolognese. Un appuntamento al quale arriveranno pur in assenza dei decreti attuativi che altri Comuni stanno aspettando per passare dalle parole ai fatti: “Io e la mia compagna – racconta Elena, diventata “famosa” dopo un coming out a “Le Iene” nel 2007 durante la manifestazione per i Dico – siamo buddiste. Alla fine di ogni anno, siamo solite fissare gli obiettivi per quello successivo. Il 31 dicembre scorso ci siamo promesse che ci saremmo sposate. E quando abbiamo visto che la legge stava diventando realtà, ci siamo rivolti al sindaco di Castel San Pietro Fausto Tinti, che è stato accogliente e disponibile”.

Il sogno delle due donne sarebbe stato quello di organizzare una festa di matrimonio nella piazza del paese. Ma poi, un po’ per le titubanze dell’Anusca (Associazione Nazionale degli Ufficiali di Stato Civile e d’Anagrafe) e un po’ per la fretta di compiere l’agognato passo, hanno optato per la cerimonia classica: “Vista la mancanza dei decreti attuativi, ringraziamo il sindaco che si è fatto carico di un onere in più, accettando di dover fare più avanti, senz’altro, un ulteriore passaggio burocratico. Quando abbiamo saputo della prima unione civile a Lugo, ci siamo precipitate di nuovo da lui per chiedere di velocizzare il tutto. E non ha fatto una piega”.

Al matrimonio mancheranno i papà delle due donne: “Mio padre – spiega Elena – è separato da molto tempo da mia madre e aveva già prenotato le vacanze al mare. Sono serena, ho comunque un bel rapporto con lui. Il papà di Deborah non ha mai accettato la sua omosessualità e non ha mai voluto conoscermi né venire a casa nostra. Speriamo fino all’ultimo che si presenti”. Per mamme e sorelle, invece, nessuna difficoltà.

In settembre il viaggio di nozze delle due spose sarà a Parigi: non prima di avere consegnato agli ospiti non buddisti (circa la metà del totale) la proposta di pace che ogni anno il loro maestro giapponese consegna all’Onu. Tema che le due donne sentono molto loro, visto anche l’impegno nel sociale: “Io sono un tecnico informatico al momento in mobilità ma da tempo sono volontaria per il Telefono Amico Gay Lesbico di Bologna. Deborah, che lavora nell’amministrazione di un’azienda, fa la guardia ecologica. Ci piace l’idea di dare qualcosa agli altri. Domenica, con l’opportunità di unirci civilmente, sentiremo di essere in parte ricompensate”.

 

 

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