Fresh vegan lunch with vegetable cutlet and dressing

Fino ad ora era nota soprattutto per l’avvenenza (il sito Dagospia l’ha soprannominata “La Topolona”) e per l’abitudine ad indossare tacchi alti e abbigliamento scintillante che impreziosisce ulteriormente un fisico non certo comune. Spulciando qua e là, poi, si trova che la bella Eleonora Savino, 39enne di Castellana Grotte in provincia di Bari, al matrimonio ha avuto come testimone di nozze nientepopodimenoche Silvio Berlusconi. Il Capo in persona. Colui che ad una convention nel 2005 la fulminò e la portò sulla retta via visto che a 18 anni si era candidata nelle fila di Rifondazione Comunista alle comunali (“Ma era per fare un favore ad un amico”, ha precisato lei). Una strada che l’ha portata di filato in Parlamento nella XVI e nella XVII legislatura, eletta sempre deputato col Popolo delle Libertà. Una fedelissima che nel 2013 è poi transitata in Forza Italia.

Per il resto, poco altro. Un soldatino di partito, un mediano della politica come tanti. Fino a qualche giorno fa quando l’onorevole Savino presenta una di quelle proposte di legge destinate a far discutere a lungo, dato che prevede il carcere per i genitori che impongono la dieta vegana ai figli.

“Nulla v’è da obiettare – rende noto la Savino che di professione ufficialmente fa l’“addetto alle pubbliche relazioni” e quindi chi meglio di lei può spiegare certi argomenti spinosi? – se chi sceglie questo stile alimentare è un adulto, consapevole e capace di autodeterminarsi comprendendo le conseguenze delle proprie azioni e assumendone la responsabilità. Il problema sorge, tuttavia, quando a essere coinvolti sono i minori”. Quando cioè “ai figli di genitori che seguono diete vegane o vegetariane viene imposta a minori un’alimentazione che esclude categoricamente e imprudentemente alimenti di origine animale e loro derivati”.

E dal momento che la Costituzione impone ai genitori di mantenere i figli e di tutelarne la salute, la Savino propone una modifica dell’articolo 572 del codice penale che punisca con la reclusione fino a un anno chiunque “impone o adotta nei confronti di un minore degli anni sedici, sottoposto alla sua responsabilità genitoriale o a lui affidato per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita sana ed equilibrata del minore stesso”. La pena in caso di lesioni permanenti al minore può arrivare fino a quattro anni che diventano sei in caso di morte.