Stop ai cesarei a Faenza, l’Ausl: “Questione di sicurezza”

L’Ausl difende la scelta di dire stop ai cesarei programmati nel reparto di Ostetricia dell’ospedale di Faenza, come Romagna Mamma aveva scritto martedì scorso in anteprima.

neonato in sala partoLa direzione generale, rispondendo alle polemiche sollevate dal comitato “Giù le mani dalla pediatria’, ha fatto sapere che si tratta di una questione di sicurezza per le mamme e per i bambini: “Per rischio si intendono tutte quelle condizioni che possono condurre – durante e dopo il parto – a criticità per la mamma e il neonato, e che per essere trattate in sicurezza richiedono dotazioni tecnologiche e competenze professionali non presenti negli ospedali di Lugo e Faenza, quali ad esempio la terapia intensiva neonatale. Queste modalità operative si inseriscono in un percorso già intrapreso: in questi luoghi venivano trattate solo ed esclusivamente le gravidanze sopra le 34 settimane di gestazione, ed erano già operativi il sistema di trasporto materno e il trasporto neonatale. Le condizioni di sicurezza sono maggiormente soddisfatte se, invece di ricorrere a trasferimenti d’urgenza, si selezionano per tempo le tipologie di gravidanze che richiedono strutture con i livelli di assistenza più elevati. In questa categoria di gravidanze rientrano quelle per le quali viene programmato un taglio cesareo, in quanto presuppongono problematiche materno-fetali attese, e che pertanto sono da considerare nella categoria ad alto rischio. Nessun disegno preordinato quindi, in questa scelta organizzativa, ma solo la volontà di assicurare i più elevati standard di sicurezza”.

 

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