Promuovere l’affido non è cosa semplice. A Ravenna i servizi sociali ci stanno provando distribuendo volantini nelle scuole. Nella Bassa Romagna, invece, hanno scelto la strada delle favole coinvolgendo due educatori della cooperativa Zerocento, Stefano Damiani (che lavora al nido) e Paolo Martini (che si occupa di adolescenza). I due colleghi, che si definiscono “operatori riciclati come scribacchini”, avevano già unito la loro capacità di scrittura in “Giallo smalvito”, un romanzo nato per caso, mentre i due erano intenti a occuparsi di alcune brochure sulla residenza per anziani “Giardino dei semplici”. Questa volta, quando Darva Verità (cooordinatrice del Centro per le famiglie dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna) e Silvia Zoli (coordinatrice Uffici di piano) li hanno coinvolti nel laboratorio partecipativo nato dal percorsoLaBassaRomagna 2020 promosso nel 2014, hanno chiesto loro di parlare esplicitamente di affido. Così è nato il libro “Mi dai una spinta?” che oggi e domani arriva per la prima volta al Fontanone di Faenza (rotonda di via G. da Oriolo): questa sera alle 21 con l’inaugurazione della mostra personale dell’illustratore Andrea Rivola, autore anche delle immagini del libro, e domani alle 17,30 con la presentazione del libro edito da Cartabianca.
E si parlerà ancora una volta di Maddalena, la protagonista: “Una bambina – spiega Damiani – che all’inizio del libro è seduta su un’altalena mentre i suoi genitori naturali, ritratti come supereroi, sono costretti a volare via. Lei resterà triste e sola mentre le stagioni si alternano e mentre continuerà a chiedere alle foglie, alla pioggia e agli uccellini di darle una spinta. Fino a che incontrerà diversi personaggi, dall’assistente sociale alla famiglia che la prenderà in affido, cane compreso, e imparerà a scendere grazie, di fatto, al contributo di tutti. Quando, alla fine del libro, Maddalena scende e va via, porta con sé i tanti oggetti che hanno contrassegnato il suo cammino”.
Un libro adatto sia agli adulti che ai bambini per fare sentire l’affido più vicino, a partire dalla distinzione che molti non conoscono tra affido e adozione: “Quello che volevamo anche trasmettere con questa favola – aggiunge Damiani – è che il primo ingrediente per decidere di prendere in affido dei minori è l’apertura all’altro. Se lo si fa, bisogna farlo con il cuore”.
Non è stato difficile, per gli autori, dirlo attraverso la favola: “La scrittura ha una sua dignità anche nel gettare luce su questioni sociali come l’affido. Il genere della favola ci ha stimolati molto perché è vicino alla poesia e al mondo che quotidianamente viviamo grazie al nostro lavoro”. Tra i sostenitori del progetto, l’associazione Bambini dal mondo e la Fondazione Marcegaglia.
In occasione dell’apertura della mostra, il Fontanone ospiterà due laboratori (venerdì 11 e domenica 20 novembre dalle 17 alle 19.30) rivolti a mamme, papà e figli: i figli disegnano e con l’aiuto di un adulto, il disegno si trasferirà a colpi di macchina da cucire su magliette o altri capi d’abbigliamento portati da casa. Un’ottima occasione per creare qualcosa di unico e originale dando nuova vita a indumenti che dormivano nei cassetti.
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