Ha ucciso il figlio disabile perché era preoccupato per il futuro: di chi se ne sarebbe occupato dopo la sua morte. Così un padre di 50 anni ha deciso di soffocare nel sonno il suo ragazzo, autistico, di 24. Poi ha tentato il suicidio con il gas e adesso è ricoverato in gravissime condizioni. E’ accaduto questa mattina a Vespolate, in provincia di Novara.
Come riportano i media locali, la madre del ragazzo era scomparsa un anno e mezzo fa a causa di un tumore e il cinquantenne era rimasto da solo ad occuparsi del figlio asssieme ad una struttura specifica nella quale trascorreva anche intere giornate.
Proprio per affrontare questo genere di problemi, da qualche anno sono sorte diverse fondazioni ed associazioni. A Ravenna ad esempio c’è la Fondazione Dopo di noi, con sede a Mezzano. Dal 2004 ospita nella ex scuola elementare disabili che si trovano in condizioni di bisogno assistenziale e riabilitativo rimasti senza famiglia. L’intero progetto è, appunto, supportare chi perde ogni legame familiare e sperimenta una condizione di totale deprivazione che amplifica e aggrava lo stato fisico ed emotivo collegato alla disabilità. Nella grande casa di Mezzano i disabili ritrovano affetto, aiuto e solidarietà. Qui il sito e maggiori informazioni.
A Bologna c’è la Fondazione Dopo di Noi una Onlus che, come spiega il sito internet, “offre informazione e sostegno ai genitori di persone con disabilità cercando di dare una risposta alla loro preoccupazione più grande: Chi avrà cura del nostro figlio disabile quando noi non ci saremo più?”.
Dal 2002 la Fondazione ha offerto informazione e sostegno ad oltre 350 famiglie ed ha coinvolto nei propri progetti oltre 100 giovani con disabilità. In particolare la Fondazione si occupa di persone con disabilità intellettiva e con sindrome di Down.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta