“Ciò che ci rende degli esseri umani è la possibilità che ci viene data di relazionarci con gli altri. Se ci rinchiudiamo in casa, veniamo meno alla nostra natura. Se non veniamo presi sul serio, a volte anche quando si scherza, c’è il rischio che si rida di noi solo per compassione. Se non ci meritiamo, con coraggio e sensibilità, di divertirci, di avere degli amici, di conquistare un fidanzato, viene meno l’esigenza interiore più importante, di progredire nella nostra vita. Credo che tutto ciò sia la base dell’esistenza umana. E tutto ciò è comune ai normodotati come alle persone colpite da disabilità fisiche e intellettive”.
Le parole di Marzia Boschi, responsabile di “Quelli di S.E.M.P.R.E.“, associazione cesenate che si occupa di iniziative legate al tempo libero e al divertimento di ragazzi con disabilità medio-basse, sono un appello ad aprire il proprio cuore nei confronti delle persone disabili e a fuggire la tentazione di immaginare la presenza di inesistenti differenze affettive tra normodotati e disabili. “Bisogni, quali prima di ogni altro l’amicizia dei coetanei, e sentimenti, come l’amore per una persona dell’altro sesso – spiega Marzia, mamma cesenate di due bambine – sono la base della sfera affettiva di un disabile. A volte, ce ne dimentichiamo. Pensiamo che solo la vita dei normodotati venga percorsa da passioni, impulsi, aspirazioni e che i disabili ne facciano eccezione. D’altronde io stessa ho dovuto attendere anni prima di riuscire a capire realmente quanto fosse vicino il senso più profondo della mia vita rispetto a quello di mia figlia più piccola, Laura”.
Marzia ha vissuto un periodo di smarrimento quando Laura ha cominciato a diventare grande: “Se si ha un figlio disabile, ci sono due momenti cruciali in cui è fondamentale non lasciarlo solo: i sedici anni – quando ogni essere umano comincia a percepire il bisogno di uscire di casa e di relazionarsi con le altre persone – e il termine del periodo scolastico, momento in cui viene meno un contesto protettivo che, finché presente, permette alle persone con disabilità di sentire il calore dell’incontro con tanta gente attorno a sé. Tuttavia, la società tende ad allontanarsi dal disabile man mano che cresce. Per questo, ho deciso di rimboccarmi le maniche prima che mia figlia potesse arrivare a subire una qualsiasi forma di isolamento durante questi fondamentali momenti dello sviluppo”. Laura ha ora quattordici anni. Due anni fa, quando la figlia si apprestava a cominciare a frequentare le scuole medie, la mamma Marzia ha cominciato a contattare altri genitori di ragazzini affetti da disabilità di livello medio-basso.
“Ho scelto di scendere in campo per aiutare mia figlia ad avere un futuro più semplice. Così, ho radunato un piccolo nucleo di mamme, tre oltre a me. Abbiamo iniziato a ideare progetti per aiutare i nostri figli a tracciare una strada di divertimento e leggerezza. Capimmo immediatamente che la base su cui si sarebbe retta la nostra iniziativa sarebbe stata la costruzione di una rete amicale tra i nostri figli. Cominciammo a spargere la voce. Nell’arco di un mese, avevamo già coinvolto più di dieci famiglie e altrettanti ragazzi disabili. Oggi, siamo divenuti un’associazione di volontariato composta da diciotto ragazzi e ci siamo chiamati, in onore del nostro primo comandamento – il divertimento –, ‘Quelli di S.E.M.P.R.E., acronimo di Strampalati E Maldestri Per Rimanere Entusiasti”.
Un programma fitto di attività riempie la settimana dei ragazzi e delle ragazze, tra cui adolescenti e giovani fino ai 26 anni, dell’associazione, che partendo dalla base della sala parrocchiale dell’Osservanza si muovono per tutta la città: “Ogni mercoledì sera, il nostro gruppo si cimenta in un rifacimento, adattato con parole più semplici e famigliari ai ‘din don’ – così come mi piace chiamare amichevolmente i nostri ragazzi – del musical ‘Grease’. Il venerdì, invece, è il momento dello sport e in ognuna di queste sere ci rechiamo alla palestra della scuola elementare di Pievesestina dove alcuni ragazzi della ‘Cesena Basket 2005’ partecipano con noi a partite organizzate a misura di ‘din don’. Quello che stanno facendo per noi i cestisti della squadra allenata da Pierpaolo Senni è un atto di alta generosità e denota una così grande sensibilità da parte loro che non finirò mai di ringraziarli. La domenica, infine, il programma è ampio e può variare di settimana in settimana. Ogni tanto andiamo al cinema ‘Eliseo’ di Cesena. Altre volte, a pattinare sulle piste di ghiaccio. In alcuni casi, organizziamo delle piccole gare fotografiche per conoscere insieme il centro di Cesena. D’estate, facciamo visita a ‘Mirabilandia’ e ad altri parchi divertimento”. Un’associazione che cura direttamente la sicurezza dei propri ragazzi, grazie all’interazione con educatori e realtà del mondo cattolico: “Quando si tratta di tutelare i ragazzi, affinché non si possano far male durante le partite di basket o incorrere in infortuni accidentali mentre si muovono all’aria aperta, ‘Quelli di S.E.M.P.RE.’ si appoggia a educatori esperti e al gruppo scout di Cesena”.
Il numero delle famiglie che si rivolge all’associazione di Marzia è sempre più elevato: “Siamo arrivati a coinvolgere dei ‘din don’ fino a Meldola e Cervia. La nostra è una realtà sempre aperta a tutti. E’ fondamentale che, qualora ce ne sia la possibilità, questi ragazzi non si pieghino alla tentazione di rimanere fermi a casa loro. Molto spesso, in questi casi la ricerca di uno stimolo esistenziale per il figlio parte proprio dal genitore. E’ la madre, o il padre, che deve vincere le proprie paure, a volte più forti di quelle del figlio, compiendo un gesto d’apertura verso realtà come la nostra”.
Info: cliccare qui per la pagina Facebook. Marzia Boschi: 334 3787188
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